Allora, raccontare i due sogni di stanotte è complicato e lungo. Finalmente, dopo una settimana esatta, ho rivisto S*, mia fiamma di oltre quattro anni fa, che non vedevo da più di un anno, l'ultima volta a casa mia nuova. Credo di essere ancora innamorato ma ormai fatico a distinguere le mie emozioni dalle mie illusioni. Ora vive a Tarquinia anziché a Civitavecchia e ieri sera abbiamo deciso di mangiare una pizza a casa sua. Mi ero portato appresso il cambio perché sapevo che se avessi chiesto ospitalità per la notte non mi sarebbe stata negata e tornare è duro poiché ci vogliono quasi 80 km. Siamo andati a letto verso le undici, siamo stati bene insieme ma ho faticato moltissimo a dormire, sia per la tensione di essersi rivisti sia per il dormire su un letto diverso (la settimana scorsa ero tornato sotto l'acqua). Insomma, come pigiama avevo un pile caldissimo che mi ha fatto sudare a lungo e alla fine, stremato dal caldo, ho svegliato S* dicendo che sarebbe stato meglio se me ne fossi tornato a casa mia, in auto, perché non riuscivo a dormire. Non c'è stata risposta ma mi ha accompagnato fino alla porta di casa. Aprendola però sono entrate quattro persone di cui una ha iniziato a rubare oggetti. Ho avvertito S* che stavano rubando delle cose e abbiamo cercato di fermarli; in particolare ho gettato un posacenere in faccia a uno di questi loschi figuri ma l'effetto è stato come lanciargli un piatto di carta addosso. Mi sono svegliato nel letto, confuso. Il sogno era stato molto realistico, a colori, di cui ricordo benissimo il mio maglione rosso. Ho proseguito a cercare di addormentarmi mentre S* dormiva profondamente ed ogni tanto di muoveva. Ho proseguito a pensare, avevo in mente una musica dei Red Hot Chili Peppers e alla fine ho deciso comunque di alzarmi perché era mattina. Ho svegliato S* dicendo che erano le sei e ci siamo alzati e, voltandomi verso il letto ho visto che era stato chiuso diventando un divano. Non mi ero accorto che fosse un divano letto aperto. Tutta la stanza era circondata dalla luce. Ci siamo vestiti e siamo scesi a fare colazione, i negozi erano già aperti nonostante fosse presto e c'era tanta gente. In un negozio di oggettistica ho incontrato Antonio il quale mi ha detto di osservare bene una tela di un artista a terra. Io mi sono chinato e ho visto che era una tela di Baselitz, mai vista prima. Ricordo perfettamente i colori ocra, giallo e nero, le trame della tela, il disegno. Ho detto ad Antonio che era una tela di Baselitz e che lui non ci si appoggiasse con i gomiti altrimenti poteva rovinarla. Ho cercato con lo sguardo S* ma non c'era più. Mi sono steso su quella tela e ho pianto per la commozione. Mi sono svegliato una seconda volta: era stato un altro sogno continuo con la realtà. Sembrava così vero che alla fine mi sono alzato sul serio, mi sono tolto il maglione che mi ha fatto crepare dal caldo, sono andato in bagno ed ho bevuto un po' d'acqua. Sono tornato a letto mezzo nudo ma almeno stavo bene. Ho abbracciato S* tutta la notte delicatamente per far sì che non si svegliasse. Saranno state le cinque. Poi, alle sei in punto, la sveglia. Ho esitato ad alzarmi convinto che fosse ancora un sogno per la terza volta. Non ho dormito niente, non sono stanco. Ho fatto i miei ottanta chilometri fino all'ufficio e fatto colazione al bar. Un timido bacio con S* in ascensore. Nessun prossimo appuntamento prefissato, nessun discorso emotivo. Non so perché ma in questo momento sto pensando che sarebbe stato meglio morire nell'istante stesso in cui sognavo di essere disteso su quella tela, su quel capolavoro, abbracciando un capolavoro.
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