mercoledì 5 novembre 2008

Il muretto

Era giorno e le nuvole si avvicinavano. Mi trovavo a ridosso di un muretto alto quanto bastava per sedermi, forse una reminiscenza di un'immagine che ritraeva un paesaggio scozzese o forse un film degli anni Ottanta. Vicino a me si trovava un grasso uomo che rideva al passaggio di qualsiasi cosa oltre il muro, dlimitante una vallata. Rideva delle pecore in lontananza, del mare con i pesci che sguazzavano, degli uccelli che volavano ma io non ridevo assieme a lui come in genere succede. Mi chiedevo solo il perché ridesse e volevo vedere fino a che punto le cose lo divertissero. Poi smise di colpo e si avvicinò a me dicendo "Lo vedi l'altro muro, quello lontano, quello oltre la vallata, riesci a vederlo? Secondo te quant'è lontano?" ma io vedevo solo un muro a pochi metri di distanza. Poi continuò a ridere. Fu così che ebbi l'impressione che gli aniali che lo facevano tanto ridere erano in effetti piccoli quanto pupazzetti dei plastici dei trenini e si muovevano ma la distanza tra i due muri era solo di qualche metro. L'uomo grasso disse ancora: "Io vado" e continuando a ridere, oltrepassò il muro e divenne sempre più piccolo piccolo fino a diventare piccolo come i pupazzetti che credevo animali. Po inziiò ad ingrandirsi sempre più fino a diventare grande abbastanza come prima ma a toccare l'altro muro. Fu allora che smise di ridere e disse: "sono arrivato! Tu non puoi venire!" e mi sono svegliato. Reminiscenza di un breve racconto degli anni Settanta di fantascienza letto anni fa in un numero Urania.

1 commento:

  1. Le nuvole non riesco a capire se poi sono rimaste tali o sono scomparse nella focalizzazione del sogno.

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