Dopo quasi quaranta anni, ho finalmente saputo il nome della mamma del mio amico e compagno di banco delle elementari Giulio. Purtroppo al suo funerale, celebrato stamattina dopo la sua morte per malattia avvenuta venerdì scorso. Sono andato a prendere mia madre e l'ho accompagnata in chiesa: una cerimonia semplice e decorosa. Giulio ha parlato in ultimo con grande emozione. Mia madre, di ritorno dalla comunione ha iniziato a piangere accanto a me ed allora l'ho abbracciata dandole il mio conforto per poi accorgermi che non la toccavo da anni. Non ho mai avuto il coraggio di toccare i componenti della mia famiglia non perché lo ritenessi un'azione vergognosa quanto perchè ho difficltà ad esprimere le mie emozioni e il mio amore nei loro confronti soprattutto con il tatto. Oggi è avvenuto qualcosa di naturale e, al tempo stesso, di bello con questo gesto spontaneo che mi fa ben sperare nei miei rapporti . Ecco perché ricorderò la mamma di Giulio, Fernanda, e perché ricorderò anche un'altra signora dallo stesso nome scomparsa tanti anni fa. Entrambe mi hanno visto crescere e mi hanno trattato come un figlio e, in particolare, la mamma di Giulio era una grande amica di mia madre e scompare anche un pezzo della sua vita. Questo secondo me è un altro motivo del suo pianto. Così come io piansi per il dolore della scomparsa della mia amica Elena accorgendomi che la dipartita degli amici ti fa sentire più vecchio, credo che per mia madre il dispiacere della sua morte sia stato misto a questa considerazione. Prima di uscire per il funerale mia madre mi ha dato gli auguri di compleanno; oggi compio quarantacinque anni: non sono tanti ma neppure pochi. Utile età per prepararsi al futuro. Stasera a cena da mia nipote Elisa, che ne compie sette. Ho in mente di portarle sette rose rosa ma non so se ne avrò il coraggio. Il solo pensiero mi provoca il pianto e non ne conosco il motivo. Forse simbolicamente vedo la crescita come la perdita della felicità: non oso negare che la mia età più bella sia stata dai sei ai tredici anni. Proprio a sette anni conobbi Giulio, in prima elementare, e andavo a pranzo praticamente ogni giorno a casa loro. Per questo ricordo Fernanda e tutta la sua famiglia. A lei dedico questa giornata più che a me. La musica che sto ascoltando è Andvari dei Sigur Ros a complemento del genetliaco.
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