Verso i tredici anni mi fermavo spesso a dormire da mio nonno paterno in campagna. La sua casa era composta di ben quattro stanze ed io mi mettevo a dormire nel salone dove c'era un grande divano di pelle color amaranto. Una sera, prima di addormentarmi, gli chiesi se mi svegliava di modo che potessi vedere la luna piena di notte, senza le luci che da casa mia mi impedivano di vederla chiaramente. Lui acconsentì e così, verso le cinque di mattina mi venne a svegliare. Ricordo ancora la sua voce che diceva "Vieni, svegliati, vieni a vedere la luna quant'è grande!" ed io uscii nel fresco notturno, forse era primavera, e la guardai: immensa, bianca, pulita nel cielo nero. Proprio di fronte la casa. Io ero scalzo e in mutande e rabbrividivo ma non riuscivo a staccarmi; mia nonna mi gridò di entrare ché altrimenti avrei preso freddo ed io andai a dormire di nuovo. Loro, i miei nonni, su recarono al mercato.
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