Eravamo ad una festa in un grande salone; c'era musica e da mangiare. Ad un certo punto un gattino bianco si avvicina continuamente alla finestra e miagola all'esterno. Il vetro impedisce al gatto di uscire ma non riesce a guardare bene l'esterno. Così lo prendo in braccio e lo metto in una strana finestra che ha una rientranza del vetro, come una sacca, in cui può stare comodo e vedere quel che c'è nel giardino. Nel giardino ci sono un gigante disteso per terra con una salopette di jeans ma nudo per la parte inferiore e un cavallo, anche lui gigante. Il cavallo ha un fallo enorme, lungo quasi come il suo corpo e si mette con le zampe in alto, ergendosi sopra al gigante che rimane disteso per terra. Con una zampa poi dirige il suo grande fallo sul fallo del gigante che si riduce e si gonfia diventando una specie di grande bubbone rosso. Il fallo del cavallo inizia a suonare una musica e a quel punto io riprendo il gatto perché penso sia una cosa sbagliata sentire quella musica. In poco tempo però il fallo del gigante, ormai moscio, eiacula e sparge una quantità di sperma immensa tutta sul corpo del cavallo. La musica cessa e io continuo a guardare la campagna circostante perché penso che quello spettacolo sia terminato. Sulla sinistra vedo a terra quattro o cinque giganti che dormono, tutti giovani e belli ma un altro gigante, brutto e grosso li uccide uno per uno con una pistola sotto la gola mentre questi dormono. Non si avverte alcun suono. Io scappo in una stanzina laterale perché penso che il brutto gigante possa uccidere anche me se si accorge che l'ho guardato o riconosciuto. Con me c'è qualcun altro della mia statura e gli dico di fingere di dormire, così, se entrasse il gigante cattivo in stanza, penserebbe che non abbiamo visto nulla. Chiudo gli occhi e diventa tutto buio ma sento con l'udito che qualcuno entra nella stanza, carica la pistola ma poi non spara. Attendo qualche minuto e apro gli occhi ritrovandomi nel letto. Ieri sera alla RAI abbiamo visto il bel programma di teatro in diretta con la Compagnia Valdoca in cui Mariangela Gualtieri mi ha riportato nella mente le diaboliche e mostruose, nonché animalesche, figure degli spettacoli che ha fatto.
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