In questi giorni ho dormito a Bari in un letto con i cuscini più comodi che abbia mai usato. Ricordo solo un sogno dal quale mi sono svegliato urlando chiamando mia madre. Ero davanti alla porta di casa mia ma assomigliava alla porta di mia madre e la toppa era gigantesca. Ho intuito che ci fosse qualcuno perché una strana maniglia (che nel sogno era una specie di chiavistello di sicurezza) era rivolta all'ingiù. Io l'ho portata su e ho infilato la chiave per entrare. Tutto era gigante. La chiave girava ma avevo paura ad aprire perché sapevo di trovare qualcuno all'interno. In quersti giorni non l'ho sentita spesso. Mi vengono in mente tutti simboli sessuali sia fallici che anali ma non posso essere così banale per cui lascio ad altri l'interpretazione, dicendo comunque che ho davvero paura della possibilità che entrino i ladri in casa. Avendo io comunque buoni guardiani la cosa non mi impaurisce più di tanto ma mi viene in mente la domanda: e se qualcuno volesse entrare e mi avesse mandato questa possibilità in sogno?
venerdì 8 luglio 2011
lunedì 4 luglio 2011
Animalia
Due notti di seguito a sognar animali. Ieri notte mi trovavo in un grandissimo campo con molte staccionate e pieno di cavalli bruni. Sapevo che ce ne erano moltissimo e allo stato brado ma quando sono arrivato da dietro la collina (poiché in me conoscevo che i cavalli erano presenti in quel luogo), ho visto uno spettacolo agghiacciante: c'era la pioggia fina, molto fango e tutti i cavalli erano ammassati da un lato, perfettamente lisci e tosati, tutti spaventati. Molti uomini li avevano ripuliti da ogni pelo, comprese le loro code e avevano ammassato il tutto in una grande catasta, come facevano i nazisti quando tagliavano i capelli agli ebrei. Continuavano a tosare imperterriti e con grande silenzio, nessun cavallo poteva emettere un suono. In particolare mi ero accorto che le loro code e le criniere erano intrecciate un po' come i capelli dei ragazzi rasta. La cosa era quasi al termine quando arriva il cavallo più grosso di tutti, completamente bianco il quale si ribella all'operazione ma viene fermato da moltissimi uomini che lo legano. Poi prendono un tosabarba e iniziano l'operazione ma mi accorgo che non è un attrezzo per tagliare i peli ma una specie di pistola elettrica che emette una scarica di energia elettrica la quale spaventa e fa male al cavallo. La pioggia cade su di lui sporcando il suo mantello bianco e quando mi avvicino il cavallo che era enorme si tramuta in un essere con la pelle bianchissima sempre gigantesco e ne riconosco solo una natica, completamente liscia, toccata da quella pistola elettrica a lato. E' una scena da incubo, con i movimenti rallentati al massimo e un silezio agghiacciante. L'energia elettrica si fonde con la pioggia e cola sulla pelle bianca diventando blu, come l'inchiostro. Io non posso fare nulla e mi sveglio. Il sogno è stato fatto tra le sette di mattina e le otto. Precedentemente ne avevo fatto un altro ben più grandioso ma l'ho dimenticato. Gli elementi razionali di questo sogno potevano essere il fatto che in campagna il giorno prima, a casa di R*, il cane Pita aveva la coda arruffata e mi ricordo di avere osservato l'attaccatura alla pelle; invece ieri sono tornato presso un rigattiere con degli amici e ho fatto caso che, ripassando presso alcuni scaffali non avevo notato coscientemente un cavallo simile a quelli del sogno con la coda intrecciata. Invece stanotte ho sognato un posto dove i cani parlavano. Mi accompagnavano a fare spese e compere e io discutevo con loro molto beatamente. Poi mi dirigo verso una specie di zoo dove capisco che all'interno ci sono alcuni miei simili e mi viene ad aprire un bellissimo cane, una specie di levriero marrone, che mi prende come se fossi un intruso poi mi riconosce e mi dice "Oh, sei tu! Vieni qui !" e mi abbraccia e mi bacia. All'esterno intanto vedo da lontano correre tantissimi animali piccoli, ricci, topi, gatti: capisco che è un'invasione e difatti all'esterno della rete dello zoo tutti i cani scappano. Io sono tranquillo perché sono all'interno e poi perché il levriero mi rassicura. Anche qui ho fatto un altro sogno prima delle sette ma l'ho dimenticato. Sui cani devo dire che nei giorni scorsi tra Pita e Zero, un cagnetto da guardia, sempre della casa di campagna di R*, ho avuto a che fare più del mio solito con loro. Sul cavallo bianco e sull'abbraccio del levriero mi rifaccio coscientemente ad una conoscenza recente di una persona, vista per la prima volta venerdì e con la quale ieri sera ho avuto una lunga discussione, anzi direi un monologo da parte mia. Sono tornato a casa con un gran mal di schiena e stamattina prosegue.
venerdì 1 luglio 2011
Poltiglia
La mia amica Betta mi dice che ho passato un periodo di forte depressione latente: il fatto che io immediatamente mi addormenti quando pongo la testa sul cuscino è un chiaro indice: se lo dice lei che è psicologa allora potrebbe essere. Inoltre sogno poco anche se sono consapevole di aver sognato ma al mattino non riesco a dare un filo logico, neppure nell'illogicità dei miei sogni. Di stanotte ad esempio ricordo di trovarmi con un uomo all'interno di una specie di casa-laboratorio in cui c'era una grande vasca bianca quadrata e, attaccato ad un capo della vasca, una grande macchina con delle cesoie giganti alla fine. era come la macchina che fa i pomodori ma con due enormi lame rivolte all'interno della vasca. Quest'uomo dice che le persone vanno poste all'entrata di questa macchina e ne escono quasi liquide. Il tutto perché le persone che vogliono entrarci in realtà devono attraversare lo scarico della vasca così si trovano dall'altra parte della stanza di sotto, collegata direttamente ad esso. Una signora infatti era appena entrata e senza produrre alcun suono la macchina si aziona, la fa a pezzi e esce tutto il corpo, sangue, organi e ossa, come una specie di succo e poltiglia, che va poi verso lo scarico e finisce per entrarci dentro. Io chiedo se sia doloroso ma l'uomo risponde che non è per me e quindi posso solo guardare. A d un certo punto mi sembra di vedere pure mia madre che si mette in fila ma non era lei: era una donna che le assomigliava, vestita di bianco di cui anche la veste bianca finisce nella macchina ma non ne esce con la poltiglia. L'uomo dice che solo la carne entra nello scarico, il resto viene distrutto. Insomma un sogno che dovrebbe fare schifo ma a me non produce stranamente, durante il sonno, alcun senso fastidioso. Stamane mi sono svegliato alle sette e mezzo con un mal di testa sottile. ripenso al sogno e lì mi fa un po' senso ma poi mi riprendo perché penso ad una persona importante e bella.
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