venerdì 28 febbraio 2020
Il nastro verde
Nel sogno incontro una ragazza con gli occhi molto grandi che somiglia a una mia collega e mi porta in una stanza. Riconosco la stanza perché in un sogno precedente aveva delle scale che portavano in basso in un antro demoniaco. Ella danza sui grandi mattoni che ricoprono il pavimento ma questa volta non ci sono le scale sotterranee. Anzi, mentre danza, vedo tre o quattro di questi mattoni traballare e intuisco che si stanno staccando (forse per far vedere la presenza delle scale sottostanti). La ragazza mi invita ad uscire e io vado per strada credendo di trovarmi a Milano. Non è la città lombarda poiché entro in un’altra casa e vedo una serie di persone che stanno facendo una manifestazione: vanno a gruppi di due uno dietro l’altro a distanza di circa tre metri e ciascuno regge un nastro verde. In tal modo capisco che non hanno avuto successo con la loro manifestazione e per dargli sostegno reggo uno dei tre nastri verdi portati in fila giusto nel mezzo. Tutti sono vestiti da donna o sono trans e io contento vado con loro. Uno di questi però sentendo che tiravo troppo il nastro mi dice che non serve sostenerlo ormai ma che eravamo arrivati in un locale e mi invita ad entrare, presentando i a tutti. Io mi sento onorato: prima prendiamo qualcosa da bere e da mangiare e anche qui tutti mi vedono e mi scambiano per qualcuno che non sanno definire. Alcuni mi dicono che somiglio a qualcuno ma nessuno mi dice e chi. Poi ci dirigiamo verso una grande sala e io mi siedo quasi al centro. Tutti mi guardano e io mi sento onorato ma nessuno mi indica o viene verso di me tranne un trans che inizia a cantare una canzona melodica. Ad un certo punto, mentre canta, se ne va via la musica e capisco che stava cantando in playback. Quando se ne la e fa la musica riprende ma il poverino non si ricorsa le parole, così canto io per lui è alla fine della canzone nessuno applaude ma sono tutti contenti. Faccio per attendere un altro cantante ma un altro trans mi dice che ci spostiamo in un’altra casa ed esce invitandomi a seguirlo. Andiamo per un vicolo ed entriamo in un portone il quale porto ad un appartamento al primo piano accessibile solo salendo degli enormi scalini. Arrivati in come, l’appartamento era in un piazzale dove si trovano delle ambulanze della croce rossa. Entro nell’appartamento (fuori faceva freddo) e nell’angolo a destra alcune persone avevano preparato un the caldo e guardavano la televisione; io cammino per la casa enorme e noto che un lato non ha il muro e dà proprio dove sono le ambulanze. A quel punto, un po’ infreddolito decido di svegliarmi e mi sveglio. Sono le 7:45.
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