Il primo sogno che ricordo di stanotte è che avevo parcheggiato la macchina in un piazzale e da questo si snodava un allunga strada dritta, non pianeggiante ma ondulata. Ai lati della strada c’erano molti negozi e poca gente che camminava. Sono arrivato a percorrerla a piedi per un breve tratto e poi ho deciso di tornare indietro: stavo camminando il lato destro, guardando il parcheggio in fondo. Mi accorgo che un negozio aveva la scritta “libreria” e decido di entrare: aveva una piccola vetrina e la porta a vetri. Entrando però mi accorgo che, essendo piccolina, non aveva libri all’interno ma tante opere d’arte grafiche, cartoline colorate e minuscoli quadri. Il gestore era seduto a un bancone davanti alla porta. Decido così di uscire e mentre esco dico una parol ebraica che non ho mai conosciuto: הכשק, hakasheq che vuol dire arma, pistola, arsenale (questa traduzione l’ho fatta da sveglio). Il gestore, forse perché impaurito dal significato della parola mi die “Che stai dicendo?” E io gli rispondo “Cosa? Ho detto ‘cosa’”, pensando a una sua assonanza con la parola ebraica. Il negoziante mi lascia andare e cammino fino al parcheggio. Mi sveglio, sono le 5 e mezzo quasi. Mi riaddormento quasi subito, ho mal di schiena da qualche notte. Verso le otto ho iniziato il sognare esattamente dal parcheggio ma non ho preso l’auto (il parcheggio era quasi vuoto) e mi dirigo in una stradina a fianco dove c’era un bar con dei tavolinetti, stile francese. Non c’era nessuno ma di fronte al bar una porta conduceva in una lussuosa abitazione e decido di entrare per vedere l’interno. La casa aveva un piano sotto e delle scale che portavano sopra. Nella stanza al piano terra c’era molta agente che festeggiava qualcuno, scorgo una signora molto anziana, quasi centenaria; su un tavolo tante cose d’oro e preziose e la signora aveva in mano una sigaretta. Sembrava simpatica. Da una finestra si scorgeva il piccolo bar di fronte. La signora mi vede e interrompe con una mano ogni discorso è dice “Vorrei parlarti, vai al piano di sopra e aspettami lì”. Vado al piano di sopra salendo le scale mentre la signora ride e scherza con tutti. Attendo attendo e poi mi sveglio.
Elementi riferibili al mondo reale sono le librerie appena aperte (ieri avevo parlato con i miei amici librai) e un telefilm visto ieri sera in cui a un poliziotto rubano una pistola.
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