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martedì 3 maggio 2011

L'insalata, Totti e i gerani

Il periodo che sto attraversando è triste: la situazione con Almar è ormai arrivata al distacco. Non abiteremo più insieme, almeno per un periodo chissà quanto lungo. Quindi mi ritrovo da solo, di nuovo ma non ne sono disperato poiché ho acquisito una forza nuova, mi sento diverso e più forte, più saggio quasi. Ad ogni modo ne sono comuqnue dispiaciuto, poiché le mie emozioni vanno per loro conto. Non mi va di trattenerle e le limito solo quando diventano realmente irrazionali. Ieri abbiamo parlato a lungo, prima di andare a lavoro. Verso le nove e mezzo sono poi andato da solo al cinema a vedere il film Thor. Una volta terminato pioveva e ho preso molta acqua. Tornato a casa ho dormito profondamente, nel letto vuoto. Stamattina mi sono alzato tardi ma ho fatto moltissimi sogni dei quali ricordo solo me assieme a Totti, il quale preparava un'insalata verde che sarebbe servita per socnfiggere alcuni alieni. Tutto qui, un breve ricordo. Tutto ciò ha a che fare forse con il trailer di un nuovo film di alieni grigi comico, Paul, in uscita sugli schermi e con il trailer che ho visto ieri sera prima di addormentarmi di Lanterna verde. Inoltre Totti l'ho visto in una fotografia su Facebook. Oggi mi sento decisamente meglio, dopo il chiarimento di ieri, il lungo sonno e i molti sogni (quando sogno tanto mi sento bene, anche se non li ricordo). A proposito, ho notato che i gerani del mio balcone anziché crescere verso l'esterno, come è normale, hanno virato tutti verso l'interno e sono foltissimi al punto da aver bisogno di puntelli. Questo è da quando ho messo tutti i cristalli dietro la parete del salotto che confina con il balcone? Questo misteri mi rendono vivo.

martedì 8 febbraio 2011

Giganti e cavallo

Eravamo ad una festa in un grande salone; c'era musica e da mangiare. Ad un certo punto un gattino bianco si avvicina continuamente alla finestra e miagola all'esterno. Il vetro impedisce al gatto di uscire ma non riesce a guardare bene l'esterno. Così lo prendo in braccio e lo metto in una strana finestra che ha una rientranza del vetro, come una sacca, in cui può stare comodo e vedere quel che c'è nel giardino. Nel giardino ci sono un gigante disteso per terra con una salopette di jeans ma nudo per la parte inferiore e un cavallo, anche lui gigante. Il cavallo ha un fallo enorme, lungo quasi come il suo corpo e si mette con le zampe in alto, ergendosi sopra al gigante che rimane disteso per terra. Con una zampa poi dirige il suo grande fallo sul fallo del gigante che si riduce e si gonfia diventando una specie di grande bubbone rosso. Il fallo del cavallo inizia a suonare una musica e a quel punto io riprendo il gatto perché penso sia una cosa sbagliata sentire quella musica. In poco tempo però il fallo del gigante, ormai moscio, eiacula e sparge una quantità di sperma immensa tutta sul corpo del cavallo. La musica cessa e io continuo a guardare la campagna circostante perché penso che quello spettacolo sia terminato. Sulla sinistra vedo a terra quattro o cinque giganti che dormono, tutti giovani e belli ma un altro gigante, brutto e grosso li uccide uno per uno con una pistola sotto la gola mentre questi dormono. Non si avverte alcun suono. Io scappo in una stanzina laterale perché penso che il brutto gigante possa uccidere anche me se si accorge che l'ho guardato o riconosciuto. Con me c'è qualcun altro della mia statura e gli dico di fingere di dormire, così, se entrasse il gigante cattivo in stanza, penserebbe che non abbiamo visto nulla. Chiudo gli occhi e diventa tutto buio ma sento con l'udito che qualcuno entra nella stanza, carica la pistola ma poi non spara. Attendo qualche minuto e apro gli occhi ritrovandomi nel letto. Ieri sera alla RAI abbiamo visto il bel programma di teatro in diretta con la Compagnia Valdoca in cui Mariangela Gualtieri mi ha riportato nella mente le diaboliche e mostruose, nonché animalesche, figure degli spettacoli che ha fatto.

mercoledì 28 luglio 2010

La casa storta e la voragine

Di nuovo, in sogno, una casa ma stavolta è una costruzione fatta di piastrelle per terra gialle e che riconosco come una delle tante mie case. Ci vado per prendere alcune cose poiché mi trovavo all'esterno in un piazzale dove, all'interno di un'automobile, c'era Hulk che giocava ad un videogioco. Assieme ad un mio amico dico che quello in realtà è un negozio di giocattoli di fantascienza e difatti mi viene in mente di vendere un giocattolo che possiedo in casa e quindi vado a prenderlo. Mi faccio accompagnare da questo mio amico ed entriamo nella casa. La casa è una palazzina del primo Novecento: all'interno noto però che tutto il pavimento sia del corridoio che delle camere è inclinato e suppongo che stia cedendo (forse per il fatto che ieri era caduta una libreria in camera mia). Il mio amico viene con me e, nel cercare il gioco, finisco sul letto perché penso che esso si trovo al di sotto. Il mio amico si spoglie e mi chiede di fare all'amore. Io sono titubante e lo accarezzo soltanto. Poi gli bacio la pelle che vedo essere liscia ed olivastra, quasi femminile. Mi accorgo di avere tutta la bocca coperta di sangue e non capisco se egli abbia una ferita o se sia un dente all'interno della mia bocca che si è staccato. Egli mi chiede di leccargli il culo e io mi accorgo che il sangue che ho in bocca aumenta. Così mi alzo e mi asciugo, allontanandomi. Con la coda dell'occhio vedo che egli si riveste ed esce, dandomi appuntamento all'auto. Io cerco il gioco ma non lo trovo, vedo che il corridoio è sempre più inclinato e credo di non farcela ad arrivare alla porta. Una volta giunto alla porta, in basso, mi accorgo che ci sono tanti caricabatterie per ogni tipo di cellulare e ne prendo uno per il mio Nokia. Fuori la casa prendo la macchina ma il mio amico vuol guidarla. Mi siedo accanto e lui inizia a guidare: ci dobbiamo recare al negozio-macchina di giocattoli. Ho in braccio un gatto nero meccanico, trasformatosi dal caricabatterie nero. Mi accorgo, mentre egli guida, che fuori c'è una voragine nera e profondissima e per un attimo la evitiamo. Il nero è un colore predominante perché proprio ieri è successa una cosa con l'email di Google: è arrivato un messaggio automatico a tutti i miei contatti, un worm, in cui c'era un banale promo pubblicitario. E' arrivato a tutti.

giovedì 10 giugno 2010

giovedì 18 febbraio 2010

La scogliera

Stanotte ho dormito sodo (ma anche ieri). Ho sognato di trovarmi sul ciglio di una scogliera con molta erba pendula ed un sacco di gente vcicino a me, tutti ladri e assassini. Forse mi ricordavo della puntata di Desperate Housewife vista ieri sera sul divano con Almar, serie che ci piace molto, in cui si è saputo chi ha ucciso un personaggio della stessa. Sul bordo della scogliera, vedevo chiaramente il mare azzurro e increspato, il colore dell'erba, la stessa sabbia. Mi sono girato dietro ed ho visto un grande monte sul quale era una città. Siccome stavamo tutti accasciati a terra, ho supposto essere una colonia penale. Ho detto a tutti che per uscire saremmo dovuti andare oltre la città e per farlo dovevamo sfondare un muro di una casa con un portico. Uno dei mastodontici uomini prende un enorme cuneo e fa per scagliarlo contro il muro ma si ferma perché è quello di una chiesa con tutti i sacramenti in legno e non vuole commettere sacrilegio. Accanto a questa c'è un altro portico con tante colonne e io dico di camminarci finché non troviamo una porta. Nessuno è d'accordo tranne una persona che viene con me. Allora apriamo insieme la porta e ci ritroviamo in un ufficio. Per mimetizzarci ci vestiamo da carnevale: io da impiegato e l'altro da Marylin Monroe. Mi sveglio alle sette meno un quarto: ho sbagliato a mettere la sveglia. Mi riaddormento e mi risveglio improvvisamente alle sette e un quarto. Mi sembra di aver dormito un secolo. Saluto con un bacio Almar e scendo via. In bagno l'acqua è fredda: la caldaia mi ha abbandonato dopo circa due anni di perfetto funzionamento. Vestito col pigiama esco fuori, la riaccendo e finalmente faccio la doccia. Inizio della giornata. Il fatto del mascherarsi sicuramente è dovuto alla visione delle foto della festa di Carnevale. Ci siamo divertiti da pazzi, Almar aveva un vestito da Maria Antonietta, praticamente perfetto; c'erano tutti i miei amici, chi vestito col burqa chi come ballerina di can-can chi, come Patrizia, da Cary Grant. Insomma c'era anche Marylin, ovviamente, sembrava vera ma più stangona. Ricorderò per sempre questo Carnevale come uno dei migliori della mia vita, pieno di fascino, mistero e perfezione. Abbiamo vinto due premi io e Almar. Riguardo la parrucca: praticamente ero uguale alla donna del ceppo di Twin Peaks, ceppo incluso. Durante la festa, ho proiettato un video in cui compare questa donna del ceppo e Laura Palmer nel film Fuoco cammina con me e che evidenzia anche la somiglianza con uno dei due Vongoli e dei quali festeggiavamo anche il ventesimo anno in cui erano insieme. Davvero tanto.