venerdì 7 novembre 2008

Il dentifricio

Ieri al teatro India: Anime nere, una storia inutile di una famiglia (esposta male) di arricchiti pseudonapoletani. Antonio addirittura si è scusato per la rappresentazione così brutta ma non importa: sono stato in compagnia. Palidoro preferì stare avvolto dalle onde e finì morto per la marea, dice a proposito del mio stato d'animo. Dimenticare Ofelia. Di notte l'unico brano che ricordo: ero nel mio bagno a lavarmi i denti, sapevo di avere una coppia di ospiti, forse un collega milanese. Ho notato che non c'era il solito dentifricio ma c'era un altro tubetto più grande e rosso-arancione mentre c'era rumore di onde in salotto. Solo questo ricordo, assieme al mio stupore. Le Oceanine ninfe sul sofa. Elementi di riflessione: dentifricio=simbolo fallico; il mio ospite un omone grosso che, sceglinedo il dentifricio grande evidenzia il suo aspetto sessuale? Oppure il rosso come antidoto al nero? Sempre il nero dentro, comunque.

giovedì 6 novembre 2008

Metropolitana

Di ritorno dalla mia città immaginaria entro nella metro ma mi devo dividere dal mio accompagnatore che si avvicina e mi dà un bacio. Io gli tocco il pacco e gli dico che non deve proccuparsi poi scendo sotto mentre lui va dall'altra direzione. Non so chi sia: ha i jeans chiari ed è magro. Sotto la metro c'è gente, nessun rumore, non riconosco nessuno. La metro non arriva e mi guardo in giro; mi ritrovo fuori istantanamente e mi sveglio. Ho il fischio all'orecchio e rumori lontani del camion della nettezza urbana, sono le 6 di mattina. Mi alzo nervoso perché non ricordo il sogno antecedente (mi sembra che stessi camminando nel fango ma non sono sicuro).

mercoledì 5 novembre 2008

Il muretto

Era giorno e le nuvole si avvicinavano. Mi trovavo a ridosso di un muretto alto quanto bastava per sedermi, forse una reminiscenza di un'immagine che ritraeva un paesaggio scozzese o forse un film degli anni Ottanta. Vicino a me si trovava un grasso uomo che rideva al passaggio di qualsiasi cosa oltre il muro, dlimitante una vallata. Rideva delle pecore in lontananza, del mare con i pesci che sguazzavano, degli uccelli che volavano ma io non ridevo assieme a lui come in genere succede. Mi chiedevo solo il perché ridesse e volevo vedere fino a che punto le cose lo divertissero. Poi smise di colpo e si avvicinò a me dicendo "Lo vedi l'altro muro, quello lontano, quello oltre la vallata, riesci a vederlo? Secondo te quant'è lontano?" ma io vedevo solo un muro a pochi metri di distanza. Poi continuò a ridere. Fu così che ebbi l'impressione che gli aniali che lo facevano tanto ridere erano in effetti piccoli quanto pupazzetti dei plastici dei trenini e si muovevano ma la distanza tra i due muri era solo di qualche metro. L'uomo grasso disse ancora: "Io vado" e continuando a ridere, oltrepassò il muro e divenne sempre più piccolo piccolo fino a diventare piccolo come i pupazzetti che credevo animali. Po inziiò ad ingrandirsi sempre più fino a diventare grande abbastanza come prima ma a toccare l'altro muro. Fu allora che smise di ridere e disse: "sono arrivato! Tu non puoi venire!" e mi sono svegliato. Reminiscenza di un breve racconto degli anni Settanta di fantascienza letto anni fa in un numero Urania.

martedì 23 settembre 2008

Il sogno della biciletta

Stanotte ho sognato in bianco e nero. Ero in un paese fuori città e mi trovavo lì senza alcun fine. Decisi di tornare a casa e mi misi su una bicicletta. Tornando indietro ero come convinto di trovarmi ad Albano Laziale dove non ricordo l'ultima volta che ci sono stato. Ricordo come camminavo lungo la strada salendo su un marciapiede piccolissimo, ricordo anche che passai sotto alcuni ponti e attraverso alcune vie che erano anche androni di case. Una ragazzina mi ha tagliato la strada, si stava facendo scuro. Verso la sera ho lasciato la bicicletta e ho tentato di salire sulla mia macchina che avevo parcheggiato fuori città. Mi sono svegliato con la solita emicrania. Ho dormito tanto e male, dognato tanto ma non ricordo altro che questo sogno. I primi sogni della notte erano a colori, questo lo ricordo.

lunedì 22 settembre 2008

Il sogno dell'astronave

Stanotte non stavo benissimo. Come già da un paio di giorni ho la cervicale forte e un'emicrania di sottofondo; inoltre la mia colite produce rumori addominali strani. Verso le 5,20 di mattina - dopo aver dormito ininterrottamente dalle 23,30 fino alle 4 - ho sognato di essere su un'astronave che atterrava apparentemente sulla Terra ma non era questo il pianeta. Sogno a colori interamente, come al solito. Ho visto chiaramente una luna con tre anelli concentrici e un anello mentre scendevamo per atterrare si deformava. L'astronave ha preso terra e io sono montato su una navetta di esplorazione con altri tre passeggeri. Non ricordo chi ma c'era una vecchia signora. Abbiamo visto da lontano molte città e le strade erano coperte dall'acqua e le paragonammo ad un'Amsterdam. La vecchia signora prese una navetta più piccola per sé e inspiegabilmente bombardò alcuni palazzi per poi atterrare dicendo che si stava sbagliando e si perse nella città. Anche io sono atterrato ed ho perso i contatti con gli altri. Avevo una specie di auto con le ruote e, mentre vagavo per una via verso la città si faceva sera. Nel cmaminare ho incrociato un'altra via dalla quale provenivano strane macchine con gli abitanti del pianeta che non potevao vedere ma sentire che ridevano della mia strana (per loro) auto. Le loro auto erano verdi a forma di uovo con una sola ruota. Ogni tanto per terra, nel fango, erano incastrati uomini blu nudi e sembravano non essere infastiditi dalle continue auto che montavano sopra di loro. Anche io montai sopra una testa e quell'essere non si fece nulla. Poi scesi e mi incamminai, c'era tanta gente, umani e non, che salivano su strani ascensori orizzontali. Mentre grandi visori trasmettevano cose alla fine vidi un brano di un film con Totò e alla mia sinistra c'erano Totò e Eduardo De Filippo il quale si alzò e disse che le cose narate nel film non erano andate così come si vedevano. Dentro di me sapevo che quelle trasmissioni erano captate dal pianeta e trasmesse con grande interesse per la popolazione. Poi mi sono svegliato con il mal di pancia.