giovedì 20 novembre 2008

Disteso su un Baselitz

Allora, raccontare i due sogni di stanotte è complicato e lungo. Finalmente, dopo una settimana esatta, ho rivisto S*, mia fiamma di oltre quattro anni fa, che non vedevo da più di un anno, l'ultima volta a casa mia nuova. Credo di essere ancora innamorato ma ormai fatico a distinguere le mie emozioni dalle mie illusioni. Ora vive a Tarquinia anziché a Civitavecchia e ieri sera abbiamo deciso di mangiare una pizza a casa sua. Mi ero portato appresso il cambio perché sapevo che se avessi chiesto ospitalità per la notte non mi sarebbe stata negata e tornare è duro poiché ci vogliono quasi 80 km. Siamo andati a letto verso le undici, siamo stati bene insieme ma ho faticato moltissimo a dormire, sia per la tensione di essersi rivisti sia per il dormire su un letto diverso (la settimana scorsa ero tornato sotto l'acqua). Insomma, come pigiama avevo un pile caldissimo che mi ha fatto sudare a lungo e alla fine, stremato dal caldo, ho svegliato S* dicendo che sarebbe stato meglio se me ne fossi tornato a casa mia, in auto, perché non riuscivo a dormire. Non c'è stata risposta ma mi ha accompagnato fino alla porta di casa. Aprendola però sono entrate quattro persone di cui una ha iniziato a rubare oggetti. Ho avvertito S* che stavano rubando delle cose e abbiamo cercato di fermarli; in particolare ho gettato un posacenere in faccia a uno di questi loschi figuri ma l'effetto è stato come lanciargli un piatto di carta addosso. Mi sono svegliato nel letto, confuso. Il sogno era stato molto realistico, a colori, di cui ricordo benissimo il mio maglione rosso. Ho proseguito a cercare di addormentarmi mentre S* dormiva profondamente ed ogni tanto di muoveva. Ho proseguito a pensare, avevo in mente una musica dei Red Hot Chili Peppers e alla fine ho deciso comunque di alzarmi perché era mattina. Ho svegliato S* dicendo che erano le sei e ci siamo alzati e, voltandomi verso il letto ho visto che era stato chiuso diventando un divano. Non mi ero accorto che fosse un divano letto aperto. Tutta la stanza era circondata dalla luce. Ci siamo vestiti e siamo scesi a fare colazione, i negozi erano già aperti nonostante fosse presto e c'era tanta gente. In un negozio di oggettistica ho incontrato Antonio il quale mi ha detto di osservare bene una tela di un artista a terra. Io mi sono chinato e ho visto che era una tela di Baselitz, mai vista prima. Ricordo perfettamente i colori ocra, giallo e nero, le trame della tela, il disegno. Ho detto ad Antonio che era una tela di Baselitz e che lui non ci si appoggiasse con i gomiti altrimenti poteva rovinarla. Ho cercato con lo sguardo S* ma non c'era più. Mi sono steso su quella tela e ho pianto per la commozione. Mi sono svegliato una seconda volta: era stato un altro sogno continuo con la realtà. Sembrava così vero che alla fine mi sono alzato sul serio, mi sono tolto il maglione che mi ha fatto crepare dal caldo, sono andato in bagno ed ho bevuto un po' d'acqua. Sono tornato a letto mezzo nudo ma almeno stavo bene. Ho abbracciato S* tutta la notte delicatamente per far sì che non si svegliasse. Saranno state le cinque. Poi, alle sei in punto, la sveglia. Ho esitato ad alzarmi convinto che fosse ancora un sogno per la terza volta. Non ho dormito niente, non sono stanco. Ho fatto i miei ottanta chilometri fino all'ufficio e fatto colazione al bar. Un timido bacio con S* in ascensore. Nessun prossimo appuntamento prefissato, nessun discorso emotivo. Non so perché ma in questo momento sto pensando che sarebbe stato meglio morire nell'istante stesso in cui sognavo di essere disteso su quella tela, su quel capolavoro, abbracciando un capolavoro.

mercoledì 19 novembre 2008

Gabbiani, corvi e cornacchie

Pochi animali come i gabbiani, i corvi e le cornacchie sono da evitare (sempre in senso non assoluto). Questo perché i corvi possono raccontare, i gabbiani possono procurare problemi e le cornacchie possono sorvegliare. Una notte di cinque anni fa, tornando a casa, percorrendo una stradina che costeggia un grande cantiere non mi ero accorto che sulla gru c'erano una trentina di gabbiani appollaiati. Nessun rumore emettevano e all'inizio non me ne accorsi. Poi, improvvisamente, quasi mi stessero aspettando, volarono tutti insieme e continuarono a volteggiare in alto in direzione della mia auto. Difatti, una volta arrivato al parcheggio l'auto non c'era più: era stata portata via dal carro attrezzi da pochi minuti. Meglio quindi evitare di avere a che fare con loro. Se si vede una cornacchia intorno è meglio ignorarla, lei ignorerà. Se la si guarda o la si spaventa, dirà il luogo in cui ci si trova. Meglio non parlare in presenza dei corvi perché possono riferire. Meglio ingorare i gabbiani. Bisognerebbe fidarsi dei gabbiani di mare; oppure delle cornacchie in campagna; dei corvi sarebbe meglio non fidarsi proprio. Diffidare anche delle cornacchie di montagna.

martedì 18 novembre 2008

Ragnoni rosa

Mi trovo a sognare dapprima di essere in una camera iperbarica gialla, di metallo con grossi vetri ovali assieme a Michelle e Barack Obama. Qualcuno bussa e vuole entrare ma io, per rispetto al presidente degli Stati Uniti, non lo faccio entrare adducendo che forse la sua guardia del corpo non avrebbe voluto. Non ho paura di lui, il quale bussa e sorride, continua a bussare sul vetro. Ha qualcosa in mano ma non so distinguere. Poi mi sveglio con dolori alla schiena: il materasso qui all'Holiday Inn di Cagliari è troppo morbido e il cuscino è troppo piatto. Bevo un po' d'acqua e mi rimetto a dormire. Il secondo sogno riguarda una palizzata di legno di color ocra-grigio che delimita da lontano della vegetazione verdissima; su questa si trovano alcuni ragni neri, tanti, che si avvicinano tra loro fino a formare degli enormi ragnoni a dieci o venti zampe, grigi e tendenti al rosa che quasi mutano in una specie di grande mano. Al di sotto della palizzata, posta in alto, scorre un corso d'acqua con della gente che, impaurita dai ragnoni che minacciano di gettarsi sopra, inizia a mettere in moto delle barche. Una barca affonda e il ragnone più grosso si getta ma va in acqua e non colpisce le vittime predestinate (ragazze, credo) le quali prima di andare sott'acqua esclamano"Questo forse li fermerà!". Poi mi sveglio di nuovo e vado in bagno a pisciare. La luce del bagno è eccessiva ma l'ambiente è bello. Torno a letto e mi riaddormento; ho un nuovo sogno ma non lo ricordo.

lunedì 17 novembre 2008

Intrusi

Stanotte un incubo, abbastanza ricorrente ma da un po' di tempo non ne avevo avuto uno simile: intrusi che cercano di entrare. Sono in albergo, nella stessa stanza in cui dormo, all'hotel Bue Marino di Cala Gonone, in Sardegna. Io sto dormendo e sento dei rumori provenire dal bagno ma non riesco a percepirli bene perché avevo chiuso la porta. La tenda è coperta. E' la stessa scena di come mi sono addormentato, esattamente identica, con le onde del mare come sottofondo. Mi alzo e vado in bagno ma quando apro la porta vedo al di là del vetro delle figure e scosto la tenda: c'è un uomo che tenta di scassinare la finestra per entrare. Allora passo in un regime di dormiveglia e urlo "Aiuto! Aiuto!" ma non riesco ad urlare e mi accorgo che comunque sto lamentandomi nel sonno parlando e cercando di urlare "Aiuto!". Mi sveglio definitivamente e mi accorgo che è un incubo. Accendo la luce ma non mi alzo. So che la finestra del bagno non dà su un balcone ma sul vuoto del terzo piano per cui mi riprendo. Non oso andare a scostare la tenda per vedere sul balcone. Bevo un po' d'acqua e mi riprendo. Poi cerco di addormentarmi, è mezzanotte e quarantadue. Il sogno successivo non lo ricordo ma ne ho avuto altri due fino alle sei e trenta, quando mi sveglio epr circa mezz'ora, poi mi sveglio alle sette e cinquanta. Alle otto e mezzo avevo messo la sveglia.

domenica 16 novembre 2008

Cala Fuili

Quando mi sono svegliato stamattina sapevo che il lungo sogno che avevo fatto era composto di tre distinte parti ma ne ricordo solo una chiaramente: la parte centrale. Ebbene, stavo salendo lungo un'altura che avrebbe permesso di vedere un bel panorama ed ero accompagnato da stranieri, sapevo che c'era anche una mia amica. Mi rivolsi verso di lei e dissi "Guarda che bello, da lontano si scorgono le vecchie mura, sembra quasi un presepe!" e difatti, oltre i merli che cingevano il crinale dove ci trovavamo, si poteva vedere una serie di piccole cittadine, tutte a loro volta circondate da mura, in lontananza, tali che, in file ordinate, formavano una specie di lungo presepe, con le casette e le lucine. Tutto a colori, potevo scorgere benissimo le tonalità e le case, gli abitanti e ogni cosa. In quel mentre però, all'atto dell'ammirazione (molto lunga rispettoa d altri sogni) vengo quasi colpito da un sasso lanciato da non so da chi lontano. Mi proteggo dietro un merlo e prendo anch'io un sasso da terra ma desisto dal lanciarlo. Penso che non era corretto perché io ero in vantaggio in quanto mi trovavo in posizione più alta. L'altro, laggiù, era in una insenatura, tra le rocce del mare azzurro e calmo. Poi mi arriva un altro sasso e un altro ancora; io mi infastidisco, mi vengono in mente le mosche fastidiose. Così lancio anch'io il sasso che tenevo in mano ma sento di non avere forze; ne prendo un altro e lo lancio di nuovo, questa volta più forte; poi un altro e penso di aver colpito quell'omino così lontano. Mi viene in mente che potrebbe essere mio fratello. Così smetto. Poi segue una ultima parte che non ricordo, alla fine mi sveglio alle 6 meno dieci del mattino. Avevo caldo sotto il piumone. Non ho pù preso sonno, la sveglia era alle 7 meno dieci. Oggi sono a Cala Gonone, in Sardegna: sono partito con l'aereo delle 9, il tempo è stato pessimo in volo. Sono passato stamattina in una spiaggia che mi piace tanto e che si raggiunge lasciando l'auto su un'altura e scendendo un centinaio di gradini. Sceso sulla spiaggia ho inziato a tirare sassi al mare ma sentivo di non avere forza. Ci ho riprovato ma è stato lo stesso. Nello scendere sulla spiaggia, sono caduti dall'alto dei sassi. Non c'era nessuno, forse la pioggia o qualche capra. (Ora mi sono ricordato che la prima parte del sogno parlava di me ospite in una casa d'estate, in montagna e, all'atto della partenza, il padrone di casa fa mille problemi per il pagamento. Mi raggiunge una ragazza, la figlia del fantomatico padrone e mi invita a seguirla per scappare con lei. Io vado e mi ritrovo sulle mura.). Riferimenti: mio fratello d'estate al quale dicevo di non tirare pietre; mio cugino A* che una volta, lanciando una pietruzza colpì un moscone; a me piace lanciare pietre sull'acqua; Roccia e le pietre mammone.

venerdì 14 novembre 2008

Un gatto nel letto

Sto facendo grandi sogni ogni notte, complicati, lunghi e a colori, densi di significati ma poi non riesco che a ricordare a brani, seppur ricordi molti stralci e situazioni particolari. Ne ricordo uno tre giorni fa in cui ero in un negozio nella Città Immaginaria e nel negozio eravamo mio fratello ed E*, mia nipote. C'era anche una seconda bambina lla mia sinistra, dai molti boccoli biondi tipo Shirley Temple e con un vestito antico bianco. All'improvviso avevo in mano una bambola tipo Barbie e dissi ad entrambe le ragazzine: "Potete giocarci metà tempo una e metà l'altra" ma mia nipote aveva un'espressione dura e disse di no e che sarebbe andata dalla mamma, per cui uscì dal negozio e andò incontro alla madre che si trovava in un altro negozio. Al che mio fratello mi ha detto di seguirla perché si sarebbe perduta e io uscii angosciato: l'avevo infatti perduta nelle centinaia di persone che affollavano la strada. Mi svegliai con l'ansia; la stessa ansia di stanotte in cui un gatto fa capolino da un terrazzo e riconosco che è un gatto tra il giovane e l'adulto e che conosco. Gli dico "Quanto sei cresciuto, non eri che un micino piccolo piccolo." e lui fa per venire verso di me ma mi accorgo di essere nel mio letto. Io, sapendo di essere nudo sotto il piumone, lo sento strisciare vicino le gambe e lo fermo con la mano. Egli dice "Ahi!" e continua a lamentarsi, al che lo prendo e me lo metto vicino, accarezzandolo dolcemente ma quello non smette di lamentarsi e temo di averlo ferito con quell'azione di trattenerlo così irrazionale. Nello stesso istante penso a una giustificazione e cioè che, nella sua animalità, avrebbe potuto giocare e ferirmi le gambe con gli artigli. Tuttavia ho pietà del corpicino e faccio per consolarlo. Mi sveglio con quest'angoscia di aver fatto male al povero esserino per l'intenzione e non per l'effetto di un suo gesto e che non è giusto. 

sabato 8 novembre 2008

Serpenti e velluto

Ieri sera alla Galleria dei Serpenti e prima in zona Coming. Conosciuto C*. Entrando in disco con il butano mi sono ritrovato istantaneamente al Velvet di quasi otto anni fa, con la nebbia che avvolgeva me Wanda, Gina e Marcella, con la musica assordante. Fu lì che conoscemmo Herman il violinista attraverso una sua performance quand'era ancora maschio con il violino e una quantità infinita di sangue finto addosso a una tunica bianca. Quella visione per un istante stanotte, poi scomparsa con Fabrice e Dario a ballare e a parlare e ridere. Troppo tempo senza ridere è passato. Molte donne attorno. C* mi ricordo di averlo già incontrato ma forse i ricordi iniziano a confondersi.