mercoledì 21 gennaio 2009

Corridoi

Io penso che i miei sogni siano un passaggio verso qualcosa che non conosco; sono il frutto di alcune considerazioni oniriche prese dalla vita reale ma sono senza dubbio un mezzo per oltrepassare un punto che non conosco. Oggi pomeriggio mi sono addormentato in albergo a Marsala, c'era un po' di sole, ero stanco. Avevo una OQ accanto al letto. Ero vestito. Ricordo questo brano a colori, così vivido: io mi trovo lungo corridoi della mia Città e cammino alla ricerca di mia sorella. Arrivo, svoltando una stradina (che in realtà è un corridoio) tutto damascato rosso e di velluto, con la moquette per terra, alla concierge di un albergo la quale ha accanto un bancone da bar ma c'è troppa gente per cui me ne vado svoltando a destra; poi ci ripenso e torno indietro perché mi sono ricordato di aver bisogno di alcune chiavi per aprire una porta. Solo che continuo a svoltare a destra e sinistra ma non trovo più la hall. Per cui mi guardo in giro: non c'è nessuno, i corridoi sono eleganti, puliti, in alcune parti ci sono elementi dorati, luccicanti. Continuo a girare l'angolo, cammino, non trovo nessuno. Mi sveglio ma non sono affatto impaurito.

martedì 13 gennaio 2009

La scala

Forse il più bel sogno di quest'ultimo periodo. Da un paio di giorni mi sveglio sempre alle 5 e mezzo per poi riprendere sonno dopo un'oretta e svegliarmi alle sette. Ebbene, mi sono svegliato dall'unico sogno stanotte ed ho avuto la chiara comprensione che quella che io chiamo la Città sia veramente una città particolare in cui tutto è controllato e mi viene permesso di stare perché non altero il suo normale sviluppo. Mi sono reso conto di questo poiché vedevo le persone che non reagivano per l'ennesima volta alle mie azioni, anci ho avuto la chiara sensazione che fossero persone che vivessero bene ma senza entusiasmo, che non sapessero che ci poteva essere dell'altro e che comunque contenti della propria vita continuavano a vivere facendo sempre le stesse cose. Così ho camminato a lungo per le vie, ricordo le case e i marciapiedi e all'improvviso ho visto alcuni che svoltavano in un vicoletto ed avevano la faccia sospetta, così ho pensato che fossero una specie di dissidenti. Nella Città non ci sono poliziotti violenti ma, svoltando anch'io nel vicolo, ho visto che qualcuno ha chiamato la polizia. In fondo al vicolo, che era tutto dipinto di rosso, c'era una scala appena abbozzata sul muro e ne saliva qualcuno. Io l'ho salita, quella scala, ed altri mi hanno seguito. Una volta arrivato su ho avuto appena il tempo di guardare cosa ci fosse ma subito mi sono girato e, temendo venisse la polizia a fermare le altre persone che salivano, mi sono messo ad aiutarle. La polizia da lontano, non sapeva cosa fare ma sicuramente non è intervenuta. Dall'altra parte le persone andavano, non erano molte e non le conoscevo. Dall'altra parte c'era il sole, la campagna, un paesaggio straordinario ed io mi sono svegliato prorpio in quel punto. Elementi coscienti: la mia ricerca sulle orgoniti, il film Io, robot, i pioli di una scala di mio nonno, in campagna.

lunedì 12 gennaio 2009

Marone

Vorrei ricordare un uomo che, sebbene mi facesse paura da piccolo, ora invece lo vedo come un contadino grosso, corpulento e per niente pauroso. Il suo nome era Marone e lo vedevo ogni tanto quando andavo a casa di zio Agostino a gurdare la televisione (dei programmi ricordo solo Gianburrasca e un profumo di rosolio). Ricordo non solo il salone di mia zia ma anche la casa e il balcone laterale assolato sul quale mi poggiavo per contemplare la campagna. Marone veniva a casa loro con il forcone ma non mi ha mai parlato. Quando lo si nominava io avevo un brivido e associo a lui un cane scuro che latra, forse era il suo. Non ho in me neppure il ricordo del suo volto nè riuscirei a scoprire il suo cognome, ora che sono tutti morti. Probabilmente sarà morto anche lui. Una volta, quando ormai più grandicello andavo solo a trovare mia zia e giocare con i cugini, ci era capitato come gioco un serpentello di gomma. Mia cugina Tiziana lo prese e, facendolo girare vorticosamente, lo fece volare e questo finì sul tetto della casa. Non lo riprendemmo mai più. Forse è ancora lì.

domenica 11 gennaio 2009

A voce alta

Ultimamente faccio moltissimi sogni ma non li ricordo bene: ho mal di testa e male alla cervicale e dormo anche non molto bene. Stanotte però ho fatto quattro sogni e ricordo che nel primo, lunghissimo, ero nella mia Città a casa di uno zio che probabilmente avrò visto da piccolo a casa di qualcuno. La sua figura non mi è nota e neppure il suo nome anche se alla fine si è mutato nella forma di mio nonno paterno. Stavo parlando con loro e mi sono arrabbiato per un motivo futile così ho iniziato ad urlare con lui (con grave disappunto della moglie, rimasta sempre in silenzio). Egli non regì ma mi fece parlare e io, più vedevo il suo silenzio, più alzavo la voce, dicendo che ero fiero di essere quel che ero e che non avevo paura di nessuno. Mi sono svegliato ma, per la stanchezza e il fortissimo mal di testa, mi sono riaddormentato. Mi sono ritrovato così che ero uscita da quella casa e in un quartiere fatto in salita, con accanto qualcuno, un amico. Al mio amico dicevo che il bancomat dal quale avrei dovuto prelevare dei soldi forse si trovava verso la discesa ma, più scendavamo, più c'era la campagna. Se invece andavamo in salita probabilmente c'era qualche negozio. Il quartiere era molto triste, solo palazzine e niente negozi. Faticavo nel camminare. Mi sono svegliato con la convinzione di essere in Sudamerica. Nota cosciente: la suocera di mio fratello era appena partita per l'Argentina.

mercoledì 7 gennaio 2009

Rivedere i Vongoli

Saran passati chissà quanti anni da che non ci parlavamo, io e i Vongoli. La prima grande festa che organizzammo è stata nel lontano 1995 e mi vestii da Diana Ross mentre loro mi accompagnavano vestiti da Supremes. Vincemmo il primo premio (fu una specie di ingresso in società anche se tardivo). Ci siamo ritrovati a casa di Jim Cow l'altra sera ad una festa e abbiamo ricordato i vecchi tempi, raccontandoci tante cose, di tanti amici ormai passati, di tanti eventi. Secondo me sono come una istituzione in questa parte di città, tanto che la mitica discussione che facemmo e che diede l'avvio al nostro addio è caduta in secondo piano e l'abbiamo eliminata adducendo il fatto che siamo cresciuti, maturati. Faranno una grande festa a casa loro il 21 febbraio, a Carnevale, come prassi di ogni anno che si rispetti dal 1995. Ho deciso che vi parteciperò. Dei luoghi oscuri che ci hanno accompagnato non dirò ma sono stati pochi e comunque insignificanti.

mercoledì 31 dicembre 2008

Capodanno con i Playmobil

Ho passato un Capodanno, moltissimi anni fa, costruendo interamente la villa patronale dei Playmobil, con ogni oggetto e mobile, montandola sopra ad un cassettone su una girevole pedana. E' ancora lì arredata ulteriormente, abitata da molti di loro e sarà quella la casa dove andrò in vecchiaia. Dovrò solo trovare il modo di non dormire sul divanetto rosso e cercarmi un letto più comodo.