Stanotte Elena Scoti se ne è andata. L'ho saputo stamane da Antonio mentre ero in auto verso Oristano, in uno dei miei inutili stramaledetti viaggi di lavoro. Vorrei ricordarla qui, su queste pagine che tanto parlano dei miei sogni, esattamente come uno dei miei sogni più belli. Il suo volto, la sua potenza d'animo e soprattutto la sua tenacia e poi la sua poesia, la sua figura, la sua signorilità. Stranamente, dopo la notizia, mi sono in parte calmato da un messaggio di Antonio. Diceva che Elena era conscia di ciò che aveva e il suo viso era sereno. Tra poco torno: ho il volo tra un'ora; mi dirigerò a casa sua, dove tante volte in tre ci fermavamo a discutere di letteratura, di politica, di poesie. Lei, poeta grande, abitante nella casa di via del Corallo dove sul portone c'è una targa dedicata ad Amelia Rosselli, rimarrà nella mia memoria più di tutti i sogni che potrei scrivere in futuro. Ti voglio bene, amica mia.
giovedì 12 marzo 2009
martedì 10 marzo 2009
Le amebe
Avevo trovato una tenda per doccia semitrasparente che aveva delle tasche rotonde con all'interno del liquido blu. Era bello, mentre si faceva la doccia, ammirare queste gelatine che si muovevano (molto in sintonia con il colore complessivo bluastro degli accessori del bagno stesso). Una volta sostituita la tenda, per usura, con una analoga completamente trasparente e che aveva alcune pietra legate a degli spaghi per non farla volare mentre ci si lavava, mi posi il problema se avessi dovuto gettare via la tenda vecchia con le tasche colorate oppure conservarla. Ideai così di tagliare tutte quelle sporgenze con all'interno il liquido in forma rotondeggiante e fare un'installazione mobile sul corridoio ponendo per terra ciascuna di quelle che ormai erano diventate una specie di aggregati unicellulari blu. Sembravano tante amebe per terra e le lasciai lì per diverso tempo. Quando qualcuno entrava in casa poteva vedere l'avanzata di queste amebe, grandi e piccole, che risaltavano poiché il marmo per terra era molto chiaro e sembravano avanzare verso la porta. Non ricordo che fine abbiano fatto.
lunedì 9 marzo 2009
Il letto con i tulipani intorno
Casa Luciana aveva la stanza da letto molto spartana all'inizio: un letto matrimoniale con sopra la testiera tre mensole cariche di libri, un comodino bianco accanto e un armadio a due ante sempre bianco, una mensola lunga tre metri sorretta da due colonne fatte da libri rossi e una scrivania fatta in casa composta da una zampa a mattoni e due piccoli plinti di ferro nel muro. Sopra questa si trovava il computer con Windows ME. Dopo qualche mese decisi di fare una cena con una coppia di amici americani (amici più di Wanda e Gina che miei) e li invitai a casa fadendo però alcuni cambiamenti: innanzitutto la tavola fu composta da piani di alluminio 50x50 cm sorretti da cavalletti di acciaio; poi presi alcuni vasi in plastica e ci misi dentro della ghiaia perché avevo appena comprato dei tulipani finti con la lucetta all'interno e posi questi vasi tutti attorno al letto. L'effetto era molto bello. Inoltre, sul letto erano presenti tutti i miei grandi insetti di cui facevo collezione. La cena fu molto buona e gli americani furono soddisfatti. Successe che mi telefonò uno dei miei primi amanti dicendomi al telefono che aveva avuto un rapporto con un tale e, mentre facevano sesso, gli si era rotto il profilattico per cui aveva paura di essersi preso l'AIDS. Io lo confortai ma rimasi al telefono una decina di minuti, con grande disappunto di Wanda che si inquietò perché avevo lasciato gli ospiti da soli. Comunque, i tulipani sopravvissero per circa un anno o più attorno al letto e spesso li accendevo la sera per fare ambiente. Una di queste sere uscii lasciando accesi i fiori e rimorchiai un giovane veramente bello che portai a casa. Egli, entrando in camera disse: "Facciamo tutto quel che vuoi ma per favore, puoi spegnere i tulipani?" e la frase restò a memento della casa. Lo feci per il suo bel viso ma, alla richiesta di spiegazioni, egli affermò che gli sarebbe sembrato di fare all'amore su di un letto da morte, ché i tulipani gli ricordavano i lumini da cimitero.
venerdì 6 marzo 2009
The Lucy Magazine
Nella migliore tradizione di Casa Luciana per nove anni ogni volta che si facevano delle feste si invitavano gli ospiti a scrivere un pensiero su uno speciale taccuino con la copertina fatta di pelle di mucca. Il primo a firmare quel taccuino fu un ospite di Frosinone, con alcuni amici, rimasto chiuso con la macchina nel garage di cui non si disponeva la chiave ed entrato di soppiatto. Questo la dice lunga su tutti gli ospiti che seguirono. Inoltre negli anni più intensi era edito un periodico chiamato The Lucy Magazine che esponeva in forma sintetica le notizie e novità di casa, con gli ospiti e i party. Di tutto ciò si conservano copie cartacee finemente stampate a colori (il magazine era pubblicato con la collaborazione del quotidiano Tally Ho). Esisteva anche un blog a proposito, purtroppo chiuso l'ultimo giorno di permanenza in casa all'indirizzo http://the-lucy-magazine.ilcannocchiale.it/?r=21287. Ormai ne rimane solo il ricordo. Esattamente come quei film in bianco e nero che suscitano emozioni ma si sa che sono stati soppiantati dal maledetto colore e quindi solo l'emozione resta.
giovedì 5 marzo 2009
Slitta, neve, erba e chiesa.
Stanotte è stato fortissimo sciare sullo slittino nella neve, sempre lungo il fiume e diretti verso una città e poi la neve, diradandosi, ha fatto posto all'erba. Così, seguendo l'acqua, sono arrivato ai margini di una città incontrando un paio di persone che ci andavano a piedi e mi dicevano che facevo anzi troppo rumore con la slitta e che si sentiva da lontano che stavo arrivando. Io non ci credevo e, per ascoltare il rumeore che facevo, mi sono fermato, non riuscendo però più a scorrere con la slitta neppure spingendomi. Mi sono svegliato alle quattro e mezzo: sono andatio a letto alle dieci meno un quarto ieri sera. Il sogno seguente, tronco, parlava di me e la dottoressa Gattone che andavamo ad una messa. entrando nella chiesa c'era moltissima gente e noi dovevamo sia accendere i ceri che mangiare alcune pietanze particolari fatte di prosciutto e panini. Io ero imbarazzato eprché molti mi guardavano e non sapevo cosa fare. La dottoressa ha detto che andava avanti, ha rpeso un piatto è l'ha riempito in una certa maniera, io ho fatto lo stesso e poi mentre la raggiungevo, mi sono svegliato. c'era molto buio nel sogno e alcune luci, atmosfera da chiesa, a colori però. Segno cosciente: proprio ieri le ho telefonato.
mercoledì 4 marzo 2009
Il sogno completo
Stanotte so di aver fatto un sogno molto bello e a colori e completo di fine, come una storia, tipo un racconto breve. Purtroppo non ricordo nulla ma ho solo questa consapevolezza. Mi sono svegliato alle tre e mezzo, poi ho ripreso sonno e mi sono svegliato alle cinque e un quarto, attendendo le sei per la sveglia.
lunedì 2 marzo 2009
Il balcone e l'orgone
Proprio sabato mi sono dedicato al balcone di casa che le ingiurie del tempo e la mia incuria in questi mesi freddi hanno fatto trascurare. Ho comprato la mattina con i miei nipoti quattro gerani verde scuro e a fiori rossi, un paio di primule, della terra e del rinforzante liquido da diluire. C'era un bellissimo sole e, fino alle 5 del pomeriggio, ho pulito le fioriere, rinvasato le piante, innaffiato ogni vaso, pulito le rose, potato quel che c'era da potare. Mi stavo beando del sole, del silenzio e del rilassamento, sperando che l'imminente primavera porti un colore nuovo al mio balcone quando mi sono accordo di un paio di scie chimiche. Verso il tramonto c'erano in cielo circa quattro o cinque scie chimiche ingrandide ed esagerate al punto che un sottile velo biancastro mi ha fatto pensare a quanto danno ci sia nel mondo, nei nostri cieli. Sulle scie chimiche non ho molti dati ma le vedo chiaramente, per fortuna non spesso, e - guarda caso - domenica ha piovuto ed è brutto da due giorni. Ieri che tristezza vedere che tanto lavoro era rovinato. Comunque spero nel corso naturale. Leggendo qua e là si pensa che le scie chimiche impediscano all'orgone di manifestarsi. Non so: devo documentarmi altrimenti la storia dell'orgone mi sembra un'ennesima bufala new age. L'unica cosa che so è che i cieli erano davvero più azzurri una volta, da piccolo.
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