mercoledì 18 marzo 2009

Melissa nera

Ieri il massimo: acufene all'orecchio destro che squillava come non mai, abbassamento dell'udito all'orecchio sinistro, mal di testa, dolore alla sinusite e giramenti attorno agli occhi, cervicale e mal di collo e spalle. In più tanta stanchezza ma, a completare il panorama, un inizio di colite con movimenti viscerali immnsi e rumori interni molesti. Sono andato da Cinzia la quale mi ha consigliato la melissa, due volte al giorno venti gocce pure senza alcool. diceva che mi avrebbe calmato tutto l'apparato digerente e urinario e comunque era un calmante anche per l'ansia. In effetti funziona: ieri sera dopo le gocce ho chattato con un nuovo amico, Fra*, molto simpatico (non mi accadeva da sei mesi) e sono andato a letto verso le dieci e trenta della sera. Ho dormito tutte le ore di fila, svegliandomi pochissimo e poche volte; non ricordo alcun sogno. Svegliato alle sei e mezzo ero comunque stralunato ma, dopo la doccia calda, devo dire che la mia situazione è migliorata. L'incipiente colite si è ridotta a nulla (qualche accenno dopo pranzo), l'udito è tornato normale e l'acufene è basso. Mi sento meglio. Quando passerà tutta quest'ansia? Ogni giorno ce ne è una: di oggi la notizia che un'altra amica sta male e mi dispiace, un male brutto, lei incinta. Voglio pensare che starà bene e sono sicuro che ce la farà.

martedì 17 marzo 2009

Tubi e salsa di fragole

Stanotte mi sono svegliato alle cinque ma con un motivo (oltre l'ansia): ho mangiato troppo ieri sera a cena e nei giorni scorsi. Sono stato al ristorante Da Felice a Testaccio con i colleghi per una delle rare cene di lavoro qui in città: pasta alla gricia, abbacchio, patate al forno , dolce al mascarpone. Un botto di calorie che, misto a come mi sento interiormente, anziché darmi fiducia mi fa sentire male. Prima di svegliarmi stavo sognando abbastanza bene ed ho dormito tutto di filata cinque ore. L'ultima scena che ricordo era che stavo nella mia Città ed avevano appena costruito alcuni canali di trasporto per persone in tubi trasparenti, un po' come in Futurama ed io dovevo passarci dentro per andare in un posto. Avevo però paura di morire soffocato e inoltre mi sentivo claustrofobico. L'altro giorno sono stato a fare la risonanza alla cervicale e ho avvertito la stessa impressione. Mi sono però svegliato con un senso di estremo calore in tutto il corpo, un braccio sinistro formicolante e non riuscivo a respirare. Avevo giramenti di testa e uno strano senso di spavento. Mi sono alzato e preparato una blanda camomilla. Sarò rimasto altri dieci minuti sveglio, poi ho cercato di riaddormentarmi ma ci sono riuscito solo verso le sei e un quarto dove ho sognato una seconda volta. Ero a casa di mia madre e c'era molta gente, ricordo solo mio fratello e mia nipote, mia cognata e alcuni zii. Con mia madre cercavo di risolvere alcuni problemi. Poi mi reco in salone e, con mia nipote, al suono di una musica ritmata, cerco di convincerla a ballare e facciamo coppia. Ella si trasforma, diventa più grande ed assomiglia ad una mia cugina. Ballando mi stringe su una gamba e poi ridendo mi fa "Sono venuta!"; io riconosco in lei una ragazza leggermente down che conoscevo da piccolo. Mia madre dice che non è possibile, invece lei dice di sì. Guardo per terra e ci sono strisce rosse che colano dalle sue gambe e che hanno imbrattato tutto il pavimento ma sono tracce di marmellata alle fragole molto densa. Così la portano in bagno a lavarsi e ad un certo punto sento piangere. Mi reco in bagno ed ella piange perché le si è sporcata la gonna di rosso, una macchiolina piccola ma io vado in corridoio e dico che ho uno smacchiatore per le macchie di fragola (non è vero) così si calma. Prendo un bicchierino di plastica trasparente e ci metto della varecchina e dell'acqua. Mio zio Costanzo si avvicina e apre il rubinetto ma l'acqua esce violentemente. Io lo regolo e riempio questo bicchierino che mi accorgo si sta rompendo. Mia madre lo prende e inizia a bere. A questo punto mi sveglio. Elementi coscienti: la torta che ho mangiato ieri aveva delle fragoline di bosco nella crema; inoltre ultimamente goccia il mio rubinetto in cucina.

giovedì 12 marzo 2009

Ricordando Elena

Stanotte Elena Scoti se ne è andata. L'ho saputo stamane da Antonio mentre ero in auto verso Oristano, in uno dei miei inutili stramaledetti viaggi di lavoro. Vorrei ricordarla qui, su queste pagine che tanto parlano dei miei sogni, esattamente come uno dei miei sogni più belli. Il suo volto, la sua potenza d'animo e soprattutto la sua tenacia e poi la sua poesia, la sua figura, la sua signorilità. Stranamente, dopo la notizia, mi sono in parte calmato da un messaggio di Antonio. Diceva che Elena era conscia di ciò che aveva e il suo viso era sereno. Tra poco torno: ho il volo tra un'ora; mi dirigerò a casa sua, dove tante volte in tre ci fermavamo a discutere di letteratura, di politica, di poesie. Lei, poeta grande, abitante nella casa di via del Corallo dove sul portone c'è una targa dedicata ad Amelia Rosselli, rimarrà nella mia memoria più di tutti i sogni che potrei scrivere in futuro. Ti voglio bene, amica mia.

martedì 10 marzo 2009

Le amebe

Avevo trovato una tenda per doccia semitrasparente che aveva delle tasche rotonde con all'interno del liquido blu. Era bello, mentre si faceva la doccia, ammirare queste gelatine che si muovevano (molto in sintonia con il colore complessivo bluastro degli accessori del bagno stesso). Una volta sostituita la tenda, per usura, con una analoga completamente trasparente e che aveva alcune pietra legate a degli spaghi per non farla volare mentre ci si lavava, mi posi il problema se avessi dovuto gettare via la tenda vecchia con le tasche colorate oppure conservarla. Ideai così di tagliare tutte quelle sporgenze con all'interno il liquido in forma rotondeggiante e fare un'installazione mobile sul corridoio ponendo per terra ciascuna di quelle che ormai erano diventate una specie di aggregati unicellulari blu. Sembravano tante amebe per terra e le lasciai lì per diverso tempo. Quando qualcuno entrava in casa poteva vedere l'avanzata di queste amebe, grandi e piccole, che risaltavano poiché il marmo per terra era molto chiaro e sembravano avanzare verso la porta. Non ricordo che fine abbiano fatto.

lunedì 9 marzo 2009

Il letto con i tulipani intorno

Casa Luciana aveva la stanza da letto molto spartana all'inizio: un letto matrimoniale con sopra la testiera tre mensole cariche di libri, un comodino bianco accanto e un armadio a due ante sempre bianco, una mensola lunga tre metri sorretta da due colonne fatte da libri rossi e una scrivania fatta in casa composta da una zampa a mattoni e due piccoli plinti di ferro nel muro. Sopra questa si trovava il computer con Windows ME. Dopo qualche mese decisi di fare una cena con una coppia di amici americani (amici più di Wanda e Gina che miei) e li invitai a casa fadendo però alcuni cambiamenti: innanzitutto la tavola fu composta da piani di alluminio 50x50 cm sorretti da cavalletti di acciaio; poi presi alcuni vasi in plastica e ci misi dentro della ghiaia perché avevo appena comprato dei tulipani finti con la lucetta all'interno e posi questi vasi tutti attorno al letto. L'effetto era molto bello. Inoltre, sul letto erano presenti tutti i miei grandi insetti di cui facevo collezione. La cena fu molto buona e gli americani furono soddisfatti. Successe che mi telefonò uno dei miei primi amanti dicendomi al telefono che aveva avuto un rapporto con un tale e, mentre facevano sesso, gli si era rotto il profilattico per cui aveva paura di essersi preso l'AIDS. Io lo confortai ma rimasi al telefono una decina di minuti, con grande disappunto di Wanda che si inquietò perché avevo lasciato gli ospiti da soli. Comunque, i tulipani sopravvissero per circa un anno o più attorno al letto e spesso li accendevo la sera per fare ambiente. Una di queste sere uscii lasciando accesi i fiori e rimorchiai un giovane veramente bello che portai a casa. Egli, entrando in camera disse: "Facciamo tutto quel che vuoi ma per favore, puoi spegnere i tulipani?" e la frase restò a memento della casa. Lo feci per il suo bel viso ma, alla richiesta di spiegazioni, egli affermò che gli sarebbe sembrato di fare all'amore su di un letto da morte, ché i tulipani gli ricordavano i lumini da cimitero.

venerdì 6 marzo 2009

The Lucy Magazine

Nella migliore tradizione di Casa Luciana per nove anni ogni volta che si facevano delle feste si invitavano gli ospiti a scrivere un pensiero su uno speciale taccuino con la copertina fatta di pelle di mucca. Il primo a firmare quel taccuino fu un ospite di Frosinone, con alcuni amici, rimasto chiuso con la macchina nel garage di cui non si disponeva la chiave ed entrato di soppiatto. Questo la dice lunga su tutti gli ospiti che seguirono. Inoltre negli anni più intensi era edito un periodico chiamato The Lucy Magazine che esponeva in forma sintetica le notizie e novità di casa, con gli ospiti e i party. Di tutto ciò si conservano copie cartacee finemente stampate a colori (il magazine era pubblicato con la collaborazione del quotidiano Tally Ho). Esisteva anche un blog a proposito, purtroppo chiuso l'ultimo giorno di permanenza in casa all'indirizzo http://the-lucy-magazine.ilcannocchiale.it/?r=21287. Ormai ne rimane solo il ricordo. Esattamente come quei film in bianco e nero che suscitano emozioni ma si sa che sono stati soppiantati dal maledetto colore e quindi solo l'emozione resta.

giovedì 5 marzo 2009

Slitta, neve, erba e chiesa.

Stanotte è stato fortissimo sciare sullo slittino nella neve, sempre lungo il fiume e diretti verso una città e poi la neve, diradandosi, ha fatto posto all'erba. Così, seguendo l'acqua, sono arrivato ai margini di una città incontrando un paio di persone che ci andavano a piedi e mi dicevano che facevo anzi troppo rumore con la slitta e che si sentiva da lontano che stavo arrivando. Io non ci credevo e, per ascoltare il rumeore che facevo, mi sono fermato, non riuscendo però più a scorrere con la slitta neppure spingendomi. Mi sono svegliato alle quattro e mezzo: sono andatio a letto alle dieci meno un quarto ieri sera. Il sogno seguente, tronco, parlava di me e la dottoressa Gattone che andavamo ad una messa. entrando nella chiesa c'era moltissima gente e noi dovevamo sia accendere i ceri che mangiare alcune pietanze particolari fatte di prosciutto e panini. Io ero imbarazzato eprché molti mi guardavano e non sapevo cosa fare. La dottoressa ha detto che andava avanti, ha rpeso un piatto è l'ha riempito in una certa maniera, io ho fatto lo stesso e poi mentre la raggiungevo, mi sono svegliato. c'era molto buio nel sogno e alcune luci, atmosfera da chiesa, a colori però. Segno cosciente: proprio ieri le ho telefonato.