Non posso credere che qui a casa mia sia scomparsa quella lucertola che stava sempre sul tavolinetto luminoso davanti al divano. E' stata lì per anni e improvvisamente è scomparsa! Me ne sono accorto dopo che sono andati via i miei la scorsa settimana, sistemando le cose. Non c'è stato verso di trovarla da nessuna parte. Già nell'altra casa per un periodo scomparve un'ape che stava in bagno (ma la ritrovai poco tempo dopo) e anche Winnie Pooh (che ritrovai dopo circa un anno allo stesso posto): ad ogni modo so che un giorno la lucertola ritornerà. Ho chiesto anche a mia nipote, nel caso l'avesse presa lei ma ha detto di no. A tal proposito ha detto che in camera sua anche lei trova le bambole fuori posto e specialmente un bambolotto: lo lascia in una maniera e quando si sveglia lo trova in un'altra. Chi lo sa...
domenica 22 marzo 2009
sabato 21 marzo 2009
Un bagno enorme.
Ieri sera a cena da Betta, senza Lisbeth Salander che si trova in Mozambico. Gegè aveva mal di schiena ma questo non ci ha impedito di stare bene: ho portato loro il mio portatelevisore che non uso più. Con l'occasione gli ho parlato di M*, il quale mi aveva invitato dopo cena a casa sua. Tanti ricordi con M* risalenti a tanti anni prima. Me ne sarò andato da casa loro verso le dieci e mezzo. Tra ricordi e risate sono rimasto a lungo a casa di M*, troppo a lungo da fare tardi, così gli ho chiesto di dormire là, perché so che non ci sono problemi. Ho dormito benissimo nonostante il vento. Stanotte moltissimi sogni, bellissimi e a colori ma ne ricordo solo uno, l'ultimo, poco prima che mi svegliassi per andare in bagno. Siccome realmente dovevo fare pipì nel sogno c'era la stanza dove dormivo, una camera molto ampia a rettangolo con un letto in fondo. Mi alzo dal letto senza disturbarlo, vado in bagno e, aprendo la porta, mi accorgo che è una stanza identica a quella dove avevo dormito, con la differenza che invece del letto, c'erano i sanitari in bella mostra. Mancava il lavandino. Mi sono svegliato e ho fatto le stesse cose del sogno; tuttavia il bagno era quello di sempre.
mercoledì 18 marzo 2009
Melissa nera
Ieri il massimo: acufene all'orecchio destro che squillava come non mai, abbassamento dell'udito all'orecchio sinistro, mal di testa, dolore alla sinusite e giramenti attorno agli occhi, cervicale e mal di collo e spalle. In più tanta stanchezza ma, a completare il panorama, un inizio di colite con movimenti viscerali immnsi e rumori interni molesti. Sono andato da Cinzia la quale mi ha consigliato la melissa, due volte al giorno venti gocce pure senza alcool. diceva che mi avrebbe calmato tutto l'apparato digerente e urinario e comunque era un calmante anche per l'ansia. In effetti funziona: ieri sera dopo le gocce ho chattato con un nuovo amico, Fra*, molto simpatico (non mi accadeva da sei mesi) e sono andato a letto verso le dieci e trenta della sera. Ho dormito tutte le ore di fila, svegliandomi pochissimo e poche volte; non ricordo alcun sogno. Svegliato alle sei e mezzo ero comunque stralunato ma, dopo la doccia calda, devo dire che la mia situazione è migliorata. L'incipiente colite si è ridotta a nulla (qualche accenno dopo pranzo), l'udito è tornato normale e l'acufene è basso. Mi sento meglio. Quando passerà tutta quest'ansia? Ogni giorno ce ne è una: di oggi la notizia che un'altra amica sta male e mi dispiace, un male brutto, lei incinta. Voglio pensare che starà bene e sono sicuro che ce la farà.
martedì 17 marzo 2009
Tubi e salsa di fragole
Stanotte mi sono svegliato alle cinque ma con un motivo (oltre l'ansia): ho mangiato troppo ieri sera a cena e nei giorni scorsi. Sono stato al ristorante Da Felice a Testaccio con i colleghi per una delle rare cene di lavoro qui in città: pasta alla gricia, abbacchio, patate al forno , dolce al mascarpone. Un botto di calorie che, misto a come mi sento interiormente, anziché darmi fiducia mi fa sentire male. Prima di svegliarmi stavo sognando abbastanza bene ed ho dormito tutto di filata cinque ore. L'ultima scena che ricordo era che stavo nella mia Città ed avevano appena costruito alcuni canali di trasporto per persone in tubi trasparenti, un po' come in Futurama ed io dovevo passarci dentro per andare in un posto. Avevo però paura di morire soffocato e inoltre mi sentivo claustrofobico. L'altro giorno sono stato a fare la risonanza alla cervicale e ho avvertito la stessa impressione. Mi sono però svegliato con un senso di estremo calore in tutto il corpo, un braccio sinistro formicolante e non riuscivo a respirare. Avevo giramenti di testa e uno strano senso di spavento. Mi sono alzato e preparato una blanda camomilla. Sarò rimasto altri dieci minuti sveglio, poi ho cercato di riaddormentarmi ma ci sono riuscito solo verso le sei e un quarto dove ho sognato una seconda volta. Ero a casa di mia madre e c'era molta gente, ricordo solo mio fratello e mia nipote, mia cognata e alcuni zii. Con mia madre cercavo di risolvere alcuni problemi. Poi mi reco in salone e, con mia nipote, al suono di una musica ritmata, cerco di convincerla a ballare e facciamo coppia. Ella si trasforma, diventa più grande ed assomiglia ad una mia cugina. Ballando mi stringe su una gamba e poi ridendo mi fa "Sono venuta!"; io riconosco in lei una ragazza leggermente down che conoscevo da piccolo. Mia madre dice che non è possibile, invece lei dice di sì. Guardo per terra e ci sono strisce rosse che colano dalle sue gambe e che hanno imbrattato tutto il pavimento ma sono tracce di marmellata alle fragole molto densa. Così la portano in bagno a lavarsi e ad un certo punto sento piangere. Mi reco in bagno ed ella piange perché le si è sporcata la gonna di rosso, una macchiolina piccola ma io vado in corridoio e dico che ho uno smacchiatore per le macchie di fragola (non è vero) così si calma. Prendo un bicchierino di plastica trasparente e ci metto della varecchina e dell'acqua. Mio zio Costanzo si avvicina e apre il rubinetto ma l'acqua esce violentemente. Io lo regolo e riempio questo bicchierino che mi accorgo si sta rompendo. Mia madre lo prende e inizia a bere. A questo punto mi sveglio. Elementi coscienti: la torta che ho mangiato ieri aveva delle fragoline di bosco nella crema; inoltre ultimamente goccia il mio rubinetto in cucina.
giovedì 12 marzo 2009
Ricordando Elena
Stanotte Elena Scoti se ne è andata. L'ho saputo stamane da Antonio mentre ero in auto verso Oristano, in uno dei miei inutili stramaledetti viaggi di lavoro. Vorrei ricordarla qui, su queste pagine che tanto parlano dei miei sogni, esattamente come uno dei miei sogni più belli. Il suo volto, la sua potenza d'animo e soprattutto la sua tenacia e poi la sua poesia, la sua figura, la sua signorilità. Stranamente, dopo la notizia, mi sono in parte calmato da un messaggio di Antonio. Diceva che Elena era conscia di ciò che aveva e il suo viso era sereno. Tra poco torno: ho il volo tra un'ora; mi dirigerò a casa sua, dove tante volte in tre ci fermavamo a discutere di letteratura, di politica, di poesie. Lei, poeta grande, abitante nella casa di via del Corallo dove sul portone c'è una targa dedicata ad Amelia Rosselli, rimarrà nella mia memoria più di tutti i sogni che potrei scrivere in futuro. Ti voglio bene, amica mia.
martedì 10 marzo 2009
Le amebe
Avevo trovato una tenda per doccia semitrasparente che aveva delle tasche rotonde con all'interno del liquido blu. Era bello, mentre si faceva la doccia, ammirare queste gelatine che si muovevano (molto in sintonia con il colore complessivo bluastro degli accessori del bagno stesso). Una volta sostituita la tenda, per usura, con una analoga completamente trasparente e che aveva alcune pietra legate a degli spaghi per non farla volare mentre ci si lavava, mi posi il problema se avessi dovuto gettare via la tenda vecchia con le tasche colorate oppure conservarla. Ideai così di tagliare tutte quelle sporgenze con all'interno il liquido in forma rotondeggiante e fare un'installazione mobile sul corridoio ponendo per terra ciascuna di quelle che ormai erano diventate una specie di aggregati unicellulari blu. Sembravano tante amebe per terra e le lasciai lì per diverso tempo. Quando qualcuno entrava in casa poteva vedere l'avanzata di queste amebe, grandi e piccole, che risaltavano poiché il marmo per terra era molto chiaro e sembravano avanzare verso la porta. Non ricordo che fine abbiano fatto.
lunedì 9 marzo 2009
Il letto con i tulipani intorno
Casa Luciana aveva la stanza da letto molto spartana all'inizio: un letto matrimoniale con sopra la testiera tre mensole cariche di libri, un comodino bianco accanto e un armadio a due ante sempre bianco, una mensola lunga tre metri sorretta da due colonne fatte da libri rossi e una scrivania fatta in casa composta da una zampa a mattoni e due piccoli plinti di ferro nel muro. Sopra questa si trovava il computer con Windows ME. Dopo qualche mese decisi di fare una cena con una coppia di amici americani (amici più di Wanda e Gina che miei) e li invitai a casa fadendo però alcuni cambiamenti: innanzitutto la tavola fu composta da piani di alluminio 50x50 cm sorretti da cavalletti di acciaio; poi presi alcuni vasi in plastica e ci misi dentro della ghiaia perché avevo appena comprato dei tulipani finti con la lucetta all'interno e posi questi vasi tutti attorno al letto. L'effetto era molto bello. Inoltre, sul letto erano presenti tutti i miei grandi insetti di cui facevo collezione. La cena fu molto buona e gli americani furono soddisfatti. Successe che mi telefonò uno dei miei primi amanti dicendomi al telefono che aveva avuto un rapporto con un tale e, mentre facevano sesso, gli si era rotto il profilattico per cui aveva paura di essersi preso l'AIDS. Io lo confortai ma rimasi al telefono una decina di minuti, con grande disappunto di Wanda che si inquietò perché avevo lasciato gli ospiti da soli. Comunque, i tulipani sopravvissero per circa un anno o più attorno al letto e spesso li accendevo la sera per fare ambiente. Una di queste sere uscii lasciando accesi i fiori e rimorchiai un giovane veramente bello che portai a casa. Egli, entrando in camera disse: "Facciamo tutto quel che vuoi ma per favore, puoi spegnere i tulipani?" e la frase restò a memento della casa. Lo feci per il suo bel viso ma, alla richiesta di spiegazioni, egli affermò che gli sarebbe sembrato di fare all'amore su di un letto da morte, ché i tulipani gli ricordavano i lumini da cimitero.
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