giovedì 18 giugno 2009

E maiuscola e nulla.

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mercoledì 17 giugno 2009

I sogni son desideri...

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martedì 16 giugno 2009

Il merlo caduto

Stamattina alle 4,50 la sveglia ha suonato. L'avevo programmata alle cinque ma ha suonato prima e, nell'oscurità, non riuscivo a trovarla: mi ero addormentato dal mio solito lato e mi sono ritrovato nell'opposto. Così, per non farla suonare più a lungo ho acceso la luce. Era ancora tutto buio dentro casa. Mi sono alzato, sono andato in bagno e sono ritornato a letto dove mi sono definitvamente alzato alle 5,10. Doccia, vestizione, auto, aeroporto. Aereo per Catania e poi a Messina. Mentre la sveglia suonava stavo facendo un bel sogno, molto complesso che non ricordo. L'ultima immagine di cui ho il ricordo è una lampadina nera che si spegneva e accendeva. Una volta vestito però ho letto un messaggio sms arrivato a mezzanotte passata. Avevo letto che Ra mi diceva di venire ad una cena giovedì col suo amico medico ma giovedì torno tardi a Roma e quindi non avrei potuto. Ho risposto che non potevo. Quando con la macchina stavo andando a Messina mi arriva però la risposta di Ra che dice che forse mi ero sbagliato e che non mi ha mai mandato quel messaggio. Poteva essere solo R* il cui nome è vicino al suo, che ha anche lui un amico medico. Ho spedito lo stesso messaggio. Il risultato è che vedo di meno le cose da vicino e che è giunto il momento di mettere gli occhiali. Sono anche stanco. Vorrei starmene a casa per un mese senza fare altro che i cavoli miei. Ra propende verso di me ma io vorrei mettere in chiaro che voglio da lui solo amicizia e nient'altro. In fondo sin dall'inizio gliel'ho detto che ero nel tormento interiore e che non volevo iniziare nulla e lui saggiamente mi ha risposto che non si aspettava né programmava niente. Ora però penso che sia meglio puntualizzarlo una volta per tutte. E' una persona eccezionale, onesta, precisa e soprattutto seria. Ha anche la qualità di discutere e comprendere, cosa che non ho visto ultimamente e soprattutto non si ferma al primo baluardo di incomprensione ma anzi ragiona a differenza di chi so io. Nel sogno ho avuto l'impressione anche di aver visto un merlo che si agitava. Ieri infatti, al ristorante, mentre ero a pranzo col capo, è caduto dall'albero un merlo, pieno di piume e dal becco giallo che zompettava un po' impaurito. Mentre il mio capo parlava di cose inutili io con la coda dell'occhio lo vedevo e mi veniva da ridere perché era goffo ma non potevo perché tutta la scena la vedevo solo io.

venerdì 12 giugno 2009

Julian, la campagna e i miei

Due notti fa ricordo un brano di un sogno, a colori, vivido in cui mi trovavo a bordo di un'auto rossa e correvo per una campagna piena di grano e paglia per terra, secca e calpestata senza eccessivo calore: era estate. Avevo al fianco una ragazza che assomigliava alla mia cliente con la quale ero stato a cena in albergo a Palermo. questa cliente è bassina, minuta e abbastanza intelligente ma non eccezionale come bellezza anche se riconosco un suo fascino (il cameriere con fare maleducato a fine cena ha sussurrato "che carini!" ad entrambi) e nel sogno si è trasformata nella mia ex ragazza di un tempo. Con la mia ex ragazza andavamo spesso con la macchina in campagna, sull'Aurelia, attorno Roma o in Campania. Una volta ci ritrovammo a vagare in un orto con la sorella e il fidanzato dell'epoca. Nel sogno ci fu una terza trasformazione: la mia ex ragazza mutò in un'altra ragazza che frequentavo all'università e con la quale una volta ebbi un rapporto sessuale in aperta campagna proprio in auto e, mentre lo facevamo, passò un trattore col contadino a bordo e guardò praticamente tutto. Nel sogno però io mi rifiuto di fare sesso sia perché non era il caso in quanto mi piaceva guardare la campagna sia perché ci fu un'ultima trasformazione nella cliente (di nuovo) e che ovviamente non mi piace né è il caso. Il sogno fatto questa notte invece mi trova assieme a mio padre e mia madre e una sorella (non quella che ho) nella Città Immaginaria davanti ad un portico dove all'interno di questo c'è la Gagosian Gallery che espone quadri di Julian Schnabel. Non mi stupisco più di tanto anzi sono così euforico di andarci con i miei che illustro la mostra prima di entrare. Mio padre è sempre in silenzio e mia madre ride. Salgono le scale e io rimango indietro poi li perdo ed entro anch'io ma mi ritrovo in un corridoio pieno di quadri rossi e film proiettati alle pareti. Mi sveglio alle sei e mezzo stamattina infreddolito. Ho dormito con le finestre chiuse e sento freddo. Mi riaddormento per dieci minuti senza alcun sogno. A Palermo, prima di venir via, sono stato alla Feltrinelli e nel reparto dei dvd sono passato davanti a quello dove la volta precedente avevo visto esposto il film Lo scafandro e la farfalla, proprio di Schnabel ma l'ho ignorato. Mio padre non lo sognavo da circa un paio d'anni. Stava bene e questo mi ha soddisfatto.

sabato 6 giugno 2009

L'aereo nel bosco

Dopo essere andati alla lettura delle poesie al Festival delle Letterature a Massenzio (in cui, devo dire, ho visto come erano fatti la Inzana e Cucchi), io e Ra siamo andati prima a mangiare al cinese dietro via Cavour e poi a casa. La serata era bellissima ma stanotte ha fatto un acquazzone in due fasi con un vento terribile. Mi sono svegliato per forza alle 5 perché un coinquilino di Ra non aveva le chiavi e Federica è andata ad aprire. Convinto che fossero le 10 del mattino mi sono alzato anch'io ma poi, vista la cosa, sono tornato a letto. Ra neppure ha sentito e ha continuato a dormire. Così ho fatto il sogno che ricordo fino a stamattina alle 7 circa: stavo viaggiando su un aereo, di quelli come erano negli anni Quaranta e sorvolavamo un paese che non conosco, le cime delle montagne, il mare; ad un certo punto l'aereo si è abbassato a il pilota mi dice che in quel tratto doveva volare basso: allora l'aereo è a circa cinque metri dal suolo e va in un bosco e, senza problemi, vola fra gli alberi, dove sempre ci sia una pista apposta per volare. Poi vira e si dirige verso una cascata e si getta nel vuoto, poi va verso una città e sorola le strade come fosse un'automobile ma sempre volando. Io sono stupito per il modo di volare ma poi dico a me stesso che così si usa in quel posto. L'aereo arriva e scendo a far spese nei negozi. Il sogno è stato tutto a colori: ricordo le sfumature delle cime degli albberi, del mare, la città, l'asfalto, insomma tutto. Il colore dell'aereo era bianco panna. La sera prima, alla lettura delle poesie, c'era un grande schermo e uno dei tanti video messi su mentre i poeti recitavano faceva vedere in volo la telecamera che riprendeva le cime di montagne innevate e alture dell'Arizona. Ancora adesso ammiro la bravura del pilota fra la pista del bosco e l'unica cosa che mi sono chiesto, nel sogno, era: "Ma se in questo istante passa uno in bicicletta?".