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mercoledì 1 luglio 2009
martedì 30 giugno 2009
Pomeriggio con tuoni lontani
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lunedì 29 giugno 2009
Sogni multipli
Da ieri comunque sto meglio, ho preso anche un caffè alle tre del pomeriggio e non mi ha prodotto ansia. Non posso dire che è tutto finito ma vado senz'altro meglio. Stamattina mi sono alzato alle dieci, ho riposato anche se mi sono svegliato alle sei per via del tubare dei piccioni sul davanzale della finestra. Sono sceso dal letto e li ho mandati via poi sono ritornato a dormire. Ho fatto numerosi sogni, tantissimi, uno dopo l'altro ma non ricordo granché. Due in particolare che avevano però lo stesso soggetto: una casa al tredicesimo piano. La casa era servita da un ascensore ed era ancora in costruzione. Ero nella Citta Immaginaria. Nel primo sogno che icordo (verso le sei e mezzo circa) andavo via da questa con un collega e chiedevo ad un altro collega se poteva aprire il cancello. Mentre quello lo stava facendo da un buco del cancello entra una serpe lunghissima, verde e bianca che viene verso di noi. Io telefono allora al mio collega in modo che aprisse quel benedetto cancello e usciamo. Il riferimento a ciò penso sia che ieri da mia madre abbiamo discusso del fatto che il suo cancello non si apre bene e bisogna tirarlo mentre preme il bottone del citofono. Nel secondo sogno invece, questa mattina verso le nove, mi trovo sempre nella casa e qualcuno sta cercando di portarmi via da questa. Entra, mi prende e con due ali bianche ma senza penne mi trascina verso l'alto. Io mi divincolo e libero e getto di sotto l'intruso. Poi mi sbrigo ad andarmene ma mentre me ne vado mi cadono tutti i soldi dalla tasca e anziché lasciarli mi metto a raccoglierli. Poi sento che quello sya arrivando dalla porta (che era rimasta aperta) e mi nascondo dietro un mobile terrorizzato. Mi sono svegliato senza alcuna paura però. Stamattina, mentre mi infilavo i pantaloni, sono cadute tutte le monete e, affacciatomi dalla finestra, ho visto un tipo sospetto vicino al bancomat qui sotto. Poi mi sono reso conto che ho mille paure, non ultima quella dei ladri, e sono andato al bar a fare colazione. Avevo bisogno di vedere gente. Oggi non vado al mare ma penso di passare da Antonio alla Rai. Dopo, a casa, come sempre.
domenica 28 giugno 2009
L'incidente, i Mac, la solitudine
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sabato 27 giugno 2009
Numero di telefono e zia Felice
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venerdì 26 giugno 2009
Addendum: un incontro inaspettato
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Omaggio a Farrah e Michael
Sapere che è morta proprio ieri Farrah Fawcett dopo lunga malattia ha un sapore amaro. Non solo perché era la donna dei miei sogni, la mia icona femminile di quand'ero giovane ma proprio per la sua tenacia e il combattimento verso un male così terribile e di cui purtroppo non è sopravissuta. Recentemente avevo acquistato il cofanetto delle Charlie's Angel e avevo preso solo la serie dove c'era lei. Quella serie rappresenta la mia gioventù e negli anni Settanta è appunto iniziata la considerazione che fossi vivo. Dal 1977 inizia la convinzione che la mia vita avrebbe avuto un nuovo corso, coincisa anche con la visione di Guerre Stellari. Non posso dare un vero addio perché purtroppo non l'ho conosciuta e di lei ho l'immagine nei suoi telefilm e nelle foto. Per me vive ancora, un po' come Marilyn Monroe ma, mentre quest'ultima io non l'ho vissuta, Farrah invece sì e quando leggevo i giornali scandalistici dell'epoca avrei desiderato che una sera in un ristorante di San Francisco io e lei si prendesse un drink guardando il tramonto sulla baia. Invece oggi apprendo che è morto per infarto Michael Jackson. Allora stiamo prorpio invecchiando, mi dico. Michael è stato un genio e anche uno stupido. Genio per le sue performance artistiche, stupido perché ha voluto creare un mito che sarebbe comunque venuto da solo, come ad esempio i Rolling Stones o i Led Zeppelin. Ad ogni modo ho sempre ammirato il suo desiderio di cambiamento. Secondo me è stato più coerente di Bowie quando cantava Changes: Michael ha fatto sua questa filosofia e lo metterei tra i grandi artisti della body art anziché tra i più grandi musicisti, al parti di una Orlan. Su tutto, pesa il fatto che gli anni passano.
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