Ieri ero teso sin da quando sono arrivato all'aeroporto di Catania alle 15,30. L'aereo era alle 18,20 e, con molta probabilità, sarei stato a casa per le otto. L'appuntamento con DLR era alle nove per una cena (finalmente) a casa mia. Ovviamente tra aereo in ritardo e traffico a Roma dovuto alla pioggia del temporale di ieri sono arrivato alle nove e DLR alle nove e un quarto. Il tempo di farmi uan doccia e di considerare che il mio stress aveva raggiunto livelli intollerabili per via dei giramenti di testa e della visione alterata. Spero di non avere altre malattie però il fatto che sia un'affezione nervosa è comprovata da una cosa: mentre sono stato con DLR stavo bene. Eccetto alcuni momenti di stanchezza reale post-cena il resto è stato una meraviglia. E' veramente una persona eccezionale e bella, sia dentro che fuori, e siamo rimasti insieme stanotte come non accadeva da tanto tempo con qualcuno. Ho dormito disturbato non dalla sua presenza ma dai miei soliti fattori, non ultimo un leggero freddino alle 4 di mattina. Tra le decine di sogni che ho fatto ne ricordo solo uno verso la fine e che ha attinenza con DLR: ero in una caserma e avevo fatto lavare tutti i vestiti che avevo in valigia, creando una pila di cose sporche che si sommavano con quelle della camerata (tra cui i vestiti di DLR) creando una pila immensa. Molti colori, tanti marinai. Consideravo che una volta puliti però quei vestiti sarebbero stati a disposizione di chiunque e di qualsiasi soldato, così chiesi da lontano a DLR se me li poteva mettere da parte. Lui disse che l'avrebbe fatto ma doveva andare al lavoro. Mi sono svegliato con la sveglia che avevo messo alle sei. DLR si è fatto una doccia ed è andato. Ieri non ho fatto in tempo a fare una lavatrice degli abiti sporchi del mio viaggio. Inoltre mi chiedevo come fosse il posto dove abitasse DLR in caserma.
venerdì 3 luglio 2009
giovedì 2 luglio 2009
Cicale, cicale!
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mercoledì 1 luglio 2009
Addendum: Diluvia
Quando Wanda sentiva da Gina che si riferiva a Diluvia, rideva talmente forte da sentirsi male. Non ho mai capito perché ridesse a sentire quel nome. Fatto sta che ogni volta che incontravamo Diluvia pioveva, forse da qui il nome mi chiedevo. E non era un soprannome ma un vero e proprio nome di battesimo, forse questo faceva sganasciare Wanda. Con Diluvia andavamo in giro di notte per cercare gatti da rivendere a negozi di animali. Una volta cattuammo un gattino che mi faceva molta pena e quella stronza della Gina mi disse che tanto valeva lasciarlo morto per terra. Io come al solito diedi un'occhiata di fuoco e me lo presi con me. Lo chiamai Putipu perché anziché miagolare gracchiava, un po' come lo strumento analogo. Wanda e Gina non lo sopportavano e lo trattavano sempre male a casa e così lo nascondevo in un angolo, sotto un mobile. Quando non ci vedevamo lo mettevo fuori. Era di compagnia e dissi che sarebbe stato sempre il mio gatto. Una sera Diluvia mi chiese del gatto e la cosa mi sembrò strana. Aggiunse che una persona lo cercava, valeva molto e mi strinse forte il braccio per impormi di ridarglielo indietro ma quella volta Wanda accorse e diede un calcio al culo così forte che mi sa se lo ricorda ancora. Non l'abbiamo più incontrata dopo quell'episodio e smettemmo di cercare gatti.
iPod bianco e serranda
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martedì 30 giugno 2009
Pomeriggio con tuoni lontani
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lunedì 29 giugno 2009
Sogni multipli
Da ieri comunque sto meglio, ho preso anche un caffè alle tre del pomeriggio e non mi ha prodotto ansia. Non posso dire che è tutto finito ma vado senz'altro meglio. Stamattina mi sono alzato alle dieci, ho riposato anche se mi sono svegliato alle sei per via del tubare dei piccioni sul davanzale della finestra. Sono sceso dal letto e li ho mandati via poi sono ritornato a dormire. Ho fatto numerosi sogni, tantissimi, uno dopo l'altro ma non ricordo granché. Due in particolare che avevano però lo stesso soggetto: una casa al tredicesimo piano. La casa era servita da un ascensore ed era ancora in costruzione. Ero nella Citta Immaginaria. Nel primo sogno che icordo (verso le sei e mezzo circa) andavo via da questa con un collega e chiedevo ad un altro collega se poteva aprire il cancello. Mentre quello lo stava facendo da un buco del cancello entra una serpe lunghissima, verde e bianca che viene verso di noi. Io telefono allora al mio collega in modo che aprisse quel benedetto cancello e usciamo. Il riferimento a ciò penso sia che ieri da mia madre abbiamo discusso del fatto che il suo cancello non si apre bene e bisogna tirarlo mentre preme il bottone del citofono. Nel secondo sogno invece, questa mattina verso le nove, mi trovo sempre nella casa e qualcuno sta cercando di portarmi via da questa. Entra, mi prende e con due ali bianche ma senza penne mi trascina verso l'alto. Io mi divincolo e libero e getto di sotto l'intruso. Poi mi sbrigo ad andarmene ma mentre me ne vado mi cadono tutti i soldi dalla tasca e anziché lasciarli mi metto a raccoglierli. Poi sento che quello sya arrivando dalla porta (che era rimasta aperta) e mi nascondo dietro un mobile terrorizzato. Mi sono svegliato senza alcuna paura però. Stamattina, mentre mi infilavo i pantaloni, sono cadute tutte le monete e, affacciatomi dalla finestra, ho visto un tipo sospetto vicino al bancomat qui sotto. Poi mi sono reso conto che ho mille paure, non ultima quella dei ladri, e sono andato al bar a fare colazione. Avevo bisogno di vedere gente. Oggi non vado al mare ma penso di passare da Antonio alla Rai. Dopo, a casa, come sempre.
domenica 28 giugno 2009
L'incidente, i Mac, la solitudine
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