La scorsa settimana a Parigi ho fatto numerosi sogni ma non rilevanti. Stanotte invece ne ho fatto uno che mi vedeva vivere nel sottosuolo, in una città in cui ci si muoveva in metro. Avendo supposto che ci potesse essere qualcos'altro sopra, mi metto in testa di fuggire ma vorrei avvertire mio fratello. Nel tentativo di avvertirlo però mi rendo conto di non avere tempo per farlo e scappo dirigendomi verso una porta gialla dove so che dall'altra parte posso finalmente raggiungere l'aria aperta. Mentre sto aprendo la porta e sento dietro di me la polizia che arriva per cercare di fermarmi, la porta si apre dall'interno e un ragazzo mi dice "Ah, finalmente è arrivato il dottore! Entri, presto!" e mi fa entrare scambiandomi ovviamente per il dottore che avevano chiamato. All'interno c'era una festa ma la che si era interrotta perché uno degli invitati si sentiva molto male. Allora penso che avrei visto il malato e l'avrei liquidato in pochi minuti. Mi metto un camice e dei guanti e vado dietro una tendina dove il malato, un signore sui sessanta, stava dormendo su una lettiga. Tutti gli altri invitati, ormai demoralizzati, mi sembrava stessero dormendo, uno solo di questi era vicino a me. Dico al signore: "Come posso aiutarla? Mi dica pure." e quello mi dice che sente un qualcosa di innaturale al braccio e me lo mostra: in effetti ha come una specie di protuberanza sull'avambraccio destro e la cosa mi turba. Dentro di me so che devo fuggire ma voglio aiutare il malato. Così chiamo faccio finta di chiamare al telefono un collega e dico alla persona accanto a me che la malattia del paziente è piuttosto grave e che non sono all'altezza ma che arriverà un mio collega a minuti perché si trova qui vicino. Allora tutti si svegliano e sono contenti, qualcuno inizia a mangiare e qualcun altro mette una musica. La festa sembra riprendere e tutti sono in attesa dell'arrivo del medico (ovviamente quello che avrebbe dovuto arrivare prima di me) ed io me ne vado verso un corridoio che so portare fuori. Elementi razionali: ho visto prima di andare a letto un video promozionale di Ikea in cui cento gatti sono in un negozio. Uno di questi mi ha colpito per la bellissima fotografia e per un gatto bianco che dormiva fra due guanciali, la stessa espressione del vecchio sessantenne malato e sulla lettiga. Inoltre oggi ho visto il sedicesimo capitolo della seconda serie di Fringe e nell'episodio una donna ha un tumore proprio sull'avambraccio destro. Molto strano...
domenica 12 settembre 2010
giovedì 2 settembre 2010
Il cristallo rosa e l'inquietudine
Ho dormito veramente male con il cristallo rosa sotto il cuscino. Mi ha prodotto una inquietudine elevata: non ero tranquillo, mi sono svegliato molte volte muovendomi nel sonno e alla fine l'ho tolto. Dopo, sono riuscito a dormire. Anche una mia amica stanotte ha dormito con un cristallo rosa sotto il cuscino e ha sognato serpenti, spaventandosi. Credo che riproverò con l'ametista. La mia teoria è che la risonanza durante il sonno sia diversa da quella della veglia, fermo restando il risuono dei cristalli durante il giorno: infatti portando addosso il cristallo rosa non ho inquietudine. Tuttavia l'ametista non ha differenza tra la veglia e il sonno.
mercoledì 1 settembre 2010
La mia amica Cristina e l'ametista
Stanotte ho posto una pietra di ametista sotto il cuscino. L'ametista serve per la comprensione dei sogni e per renderli più vividi. Ho fatto due sogni ma ricordo solo l'ultimo perché stanotte Almar mi ha svegliato alle 5,30 per andre in bagno. Nel secondo sogno ero presso un albergo con mia sorella, in vacanza (andammo una volta a Trapani e alloggiammo in un hotel mediocre). I gestori di questo albergo nel sogno erano suoi amici dove ella si recava sempre. Io mi presento a loro con i pantaloni neri e un grande telo di spugna bianco addosso a mo' di pelliccia di visone. Lei va in stanza con una sua amica ed io mi intrattengo con il receptionist il quale mi fa vedere delle fiches colorate e mi dice "Ti ricordi come si gioca?" ed io rispondo che mi ricordavo e poi lui fa scomparire queste fiches e ne mette altre fatte di monete sconosciute e di metallo brunato. Alle mie spalle molta gente bivacca nella hall, la cosa mi dà fastidio perché penso che mi giudichino male con l'asciugamano in tal modo per cui prendo le chiavi e mi dirigo in stanza dove mia sorella si è fatta una doccia e sta uscendo. La sua amica mi dice: "Non è che ti arrabbi adesso?" e se ne vanno; io non capisco ed entro e difatti all'interno della stanza dovrei arrabbiarmi perché c'è acqua dapperutto, anche sui letti e il motivo è che la cipolla della doccia si trova sulla parete fra i due letti, senza alcuna protezione attorno e neppure il chiusino per terra. Dico a me stesso che l'albergo fa schifo ma tanto siamo in vacanza. Poi mi pongo il problema di come farsi la doccia al mattino quando l'altro sta dormendo. Il lavandino si trova sull'altra parete, non c'è il vater. Mi cambio ed esco per fare colazione prendendo alcuni corridoi dove l'albergo si fa molto elegante. Ad un altro desk dietro un angolo riconosco le mie amiche Manuela e Cristina. Manuela non parla e apparentemente non mi degna di interesse perché sta pagando non so cosa mentre Cristina mi abbraccia ed è sorridente al massimo. Io la stringo a me e poi penso di farle male al braccio destro ma lei mi dice che sta bene così la guardo: ha un vestito trasparente addosso e sotto non ha niente, tranne un piccolissimo tanga. E' bellissima: ha un corpo favoloso e lei continua a ridere. Ha una borsetta piccolissima in mano e dice che è ora di andare a fare colazione. Così le dico di incamminarsi che arrivo subito. Dopo, dirigendomi verso la sala colazione, mi rendo conto che è presto ma la gente è tutta accorsa e prende posto su delle gradinate, come allo stadio, solo che ci sono pure i tavolini. Ci sono centinaia di persone, ne avverto il brusio e vedo tutto chiaramente. Il tavolo da buffet è enorme e vuoto ancora ma i camerieri stanno provvedendo (penso che sia allora un albergo enorme). Mi accomodo anch'io e veniamo tutti distratti dallo spettacolo in cielo delle nuvole che si muovono tra loro. Una di queste sembra fare una tromba d'aria che invece si perde fra le altre nuvole. Il clima è bello, le nuvole si assommano e crescono, poi calano, cambiano colore i decine di tonalità e così il cielo e il sole e piano piano si fa sera, si accendono le luci ed io sono felice. Mi sveglio con la sveglia oggi alle 7,30 con un dolore assurdo al collo, l'orecchio che mi fischia e un po' di mal di pancia per il fresco del mattino. Dell'altro sogno precedente purtroppo non ricordo nulla se non che ero da mio nonno. Elementi razionali: oltre il fatto della reale vacanza di tre giorni con mia sorella, la Manu e Cristina sono tra le mie migliori amiche; inoltre ieri ho pensato di andarmene di nuovo in vacanza se avessi fatto 6 al Superenalotto. Stanotte proverò con il cristallo rosa.
lunedì 30 agosto 2010
Crisoprasio e quarzo fumè
Dopo aver preso per dieci giorni un antifungino per il mio fungo sul collo, di cui ho avuto rispondenza di guarigione a luglioe agosto, proprio un paio di giorni fa ho notato di nuovo il rosa sul collo, chiara presenza di una recidiva. Il fungo è da stress e per fortuna non contagioso ma ho deciso di applicare la cristalloterapia di Sieger che consiglia crisoprasio e quarzo fumè. Ho comprato due cristalli in un famoso negozio di Roma, molto belli. Li ho purificati in acqua e sale, tenuti al sole e caricati su drusa di ametista. Poi ho comprato altri due cristalli più piccoli con un buco per indossarli. Stesso metodo di pulizia e carica. Questa è la prima giornata. I due sciolti li tocco continuamente. La terapia dice di indossarli e di realizzare un elisir da applicare sulla cute. Ho lasciato una notte intera i cristalli in acqua demineralizzata. Sto facendo alcune applicazioni con il cotone. Stanotte ho dormito molto bene con i due cristalli indosso.
mercoledì 18 agosto 2010
Le foglioline verdi e il tapis roulant
Ho sognato di comporre dei piatti per un ricevimento, c'era anche il mio capo il quale mi diceva che stavo facendo una sciocchezza. Anziché mettere dentro le pietanze però, attaccavo con la colla tante foglioline verdi di basilico attorno ai piatti. Vedevo chiaramente la colla e mi chiedevo se reggessero. Poi, le ho ricoperte di cellophane e le ho disposte su un tavolo della stanza adiacente, pregando chiunque di non toccarle, anche se avevano l'aria di essere buone. Il secondo sogno mi vede camminare lungo la via Cornelia, a Roma, verso la via Boccea: c'è un tratto a senso unico, l'altro senso è solo per bus, taxi e ambulanze. Ho trasformato tutta la via come un immenso tapis roulant a due corsie alternato, con lo spazio per i bambini e che andava a diverse velocità. Mi chiedevo nel sogno se anche tutto il resto della città era stato da me trasformato.
lunedì 9 agosto 2010
Le tre firme.
Ho fatto due sogni: il primo verteva su una persona di mia conoscenza e il secondo invece mi vede in casa di mia madre, dove tuttavia c'è il parquet. Io devo attendere l'elettricista, il quale arriva e aggiusta alcune cose. Ci siamo io, lui, mia madre e un altro signore che si rivela essere la ditta la quale ha preso in subappalto l'elettricista. Quest'ultimo mi presenta il conto e devo firmare: hanno già firmato entrambi ed io, che non voglio firmare vengo invece invogliato da mia madre. Così prendo la penna e scrivo non il mio cognome ma uno a caso "Neri" (il nome di battesimo non lo ricordo ma c'era) e poi mi accorgo che anche gli altri due hanno firmato nella stessa maniera. Do la ricevuta all'elettricista e quello dice: "Guarda che curioso, ci chiamiamo tutti e tre allo stesso modo!", ed io temo che essi possano accorgersi che non è il mio vero nome. Invece quelli se ne vanno e mia madre è tutta contenta. Sicuramente questo ha a che fare con il primo sogno ma ieri sera ad una trasmissione di RAI Uno dove facevano un programma di vecchi spezzoni cinematografici, Rossano Brazzi e Alighiero Noschese mi sembra abbiano fatto riferimento a Franco Nero.
sabato 7 agosto 2010
La vecchia che vendeva souvenir
Un volta visitato il parco di Vulci non si può non andare a vedere il museo nel castello, poco lontano. Bei pezzi, due piani, molto carino. Fuori del castello c'è un unica casetta che vende souvenir e una vecchietta con il rossetto molto acceso, dalla parlantina vivace ma garbata ci ferma per invogliare a comprare qualcosa. Scelgo una moneta etrusca riprodota fedelmente ma poi la vecchia si attarda a commentare il fatto che quel luogo era visitato da tanti politici, uno dei quali è stato Brunetta. Fin qui nulla di anormale per me che ascoltavo a ribattevo a poche considerazioni. Purtroppo ha iniziato a dire che il ministro ha fatto una cosa bella punendo gli statali, che ci voleva perché sono dei fannulloni, che suo genero non aveva potere su alcuni ministeriali ed ora ce l'ha e via dicendo. Non avrei voluto commentare ma poi l'idea che mia sorella, ministeriale, ha sofferto così tanto, lei che ha lavorato sul serio e tanti altri amici che si sono visti proibire alcuni diritti acquisiti ma sopratutto per questo accanimento su una categoria limitata e nessuno che si accanisce ad esempio contro i commercianti, hanno dato l'avvio ad una mia esponenziale diatriba con la vecchia la quale alla fine del piccolo dibattito mi ha pure mandato via con male parole e mi ha negato un euro di resto. Poco male ma, ormai lo so, di notte l'ho sognata. Il sogno, molto breve perché poi non ho chiuso occhio per altri problemi, la vedeva conversare con mia madre su come ridurre la circonferenza della pancia. La vecchietta, sempre col rossetto marcato sulle labbra, distesa su un lettino da ospedale, illustra il metodo: prende un carboncino e si disegna sulla pancia tre semicerchi uno accanto all'altro e dice: "Quando ti alzi e non vedi più che sono semicerchi e anzi vedi una linea dritta allora la pancia ti è calata!" e allora io, mia madre, mia sorella e tutti noi che la stavamo ad ascoltare, ci distendiamo su un lettino, ce li disegnamo sulla pancia ma, una volta alzati non vediamo nessuna linea: sempre i tre semicerchi disegnati. Poi mi sveglio in un modo strano: mi vedo tutto come liquefarsi e diventare rosa. E' buio, vado in bagno a fare pipì ma sveglio Almar. Non abbiamo più chiuso occhio fino alle otto e mezzo. Erano le tre.
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