Effettuati in due notti consecutive questi due sogni sulla mia salute. Nel primo mi trovo a tavola e mi accorgo di essere nudo dalla cintola in giù. Non ricordo chi ci fosse con me. Mi rendo conto che ho appena defecato e nessuno se ne è accorto. Guardo e vedo la classica cacca quasi a spirale dietro di me. Vorrei così andare in bagno a lavarmi e anche perché sento ancora la necessità di farne altra. Mi alzo e, senza farmi notare, mi dirigo al bagno il quale ha una porta strettissima nella quale entro con alcuni movimenti in cui mi restringo. La porta rimane socchiusa ma so che da fuori non si riesce a vedere dentro. Mi siedo sul water e con mio stupore e preoccupazione sento che non esce nulla di solido anzi liquido. Guardo nella tazza e vedo un fiotto di sangue che ancora esce dal mio ano e dico a me stesso "Ci siamo!" e mi preoccupo perché so che sto davvero male e che la mia ora è vicina. Mi sveglio ansioso. Nel secondo sogno fatto stanotte mi trovo di fronte a una dottoressa (in questo momento non saprei dire se sia una delle due che conosco). Ella dice che ho una cisti a un occhio - piccolissima - ma che va tolta. Io le rispondo che non vorrei perché ho già subito altri due interventi quest'anno di cui uno all'occhio destro e il pensiero che debba essere operato senza anestesia totale all'occhio sinistro mi turba molto. Mi sveglio con il suono della sveglia. Elementi razionali: nel primo sogno nessuno, se si eccettua forse che recentemente ho ricordato una volta in cui con gli amici andammo a fare uno scherzo al locale Alibi. Comprammo la "Cacca spray", una bomboletta che si vende a Carnevale e che la imita benissimo: la depositammo in un angolo del locale e stemmo a guardare le reazioni, molto divertenti. Aveva infatti la stessa forma di quella del sogno; tuttavia il ricordo è parecchio lontano. Nel secondo sogno proprio ieri sera, in palestra, ho visto un tale molto simpatico e ben fatto ma che aveva una cisti sulla mano, anzi a essere precisi non era una cisti ma un piccolo rigonfiamento e sono stato contrariato da quella imperfezione; inoltre è un periodo in cui alcuni amici hanno scoperto delle cisti.
martedì 8 marzo 2016
mercoledì 27 gennaio 2016
Il tram che esplode
Sono su un tram in moto. All'improvviso si ferma e dalla porta centrale salgono due persone di cui una ha una indumento a strisce, come un recuso. L'accompagnatore lo pone sotto dei sedili al centro, poi tutte le persone vanno a stare nel fondo del tram, me compreso. Il tram esplode al centro, uccidendo il recluso. Il boato è stato fortissimo e ho le orecchie che fischiano. Chiedo a qualcuno una spiegazione e un ragazzo mi dice che il tram serve a effettuare le sentenze dei condannati a morte. In fretta ricostruiscono il tram e difatti dopo poco è lì, tutto nuovo e fiammante pronto quasi a partire ma interrompe la corsa una nuova coppia di persone, sempre uno dei quali vestito a strisce. Io, che ora so, vado diritto alla fine del tram, attendendo l'esplosione e ho paura di questa, del rumore. Conto i secondi, schiudo gli occhi e mi spingo verso la parete più estrema. Tuttavia l'esplosione non arriva e ansimo, temendo da un istante all'altro lo scoppio. Mi sveglio alle 6:20 al buio, ansimando.
giovedì 5 febbraio 2015
Il pappagallo
Credo di aver fatto un sogno seriale stanotte. Per "sogno seriale" intendo un sogno che si ripete più volte ma con caratteristiche leggermente diverse dal sogno precedente. Non ricordo di aver fatto prima altri sogni del genere. Questa mattina verso le 6 sono stato svegliato dai tuoni in lontananza e ho acceso il lumicino piuttosto abbagliante per vedere l'ora; ho faticato alquanto a riaddormentarmi. All'improvviso mi sono svegliato (era già il sogno) ed avevo accanto un pappagallo, come quello che danno in ospedale per fare pipì senza alzarsi dal letto. Ero convinto di averla fatta dentro e di aver riempito tutto il pappagallo per cui ho badato bene a non muovermi troppo per non versarlo nel letto. Ho acceso il lumicino sul comodino ma non c'era luce. Così nel buio mi sono accorto di aver versato metà contenuto di urina nel letto e di disperarmi perché il liquido aveva irrimediabilmente bagnato le lenzuola e il materasso. Deciso che tanto non potevo farci nulla mi rimetto a dormire. Mi sveglio subito dopo con la sensazione di avere accanto il pappagallo e di averci orinato dentro. Provo ad accendere il lumicino e una flebile luce ne ha illuminato l'interno. Il pappagallo era a metà e mi sono detto che mi sembrava di aver sognato infatti che si fosse versata ma il lectio era asciutto. Mi riaddormento di nuovo con il pappagallo accanto messo bene affinché non si versasse il contenuto. Mi addormento ma mi sveglio subito dopo e cerco di accendere il lumicino perché mi accorgo di avere il pappagallo accanto. La luce non si accende. Sono andato avanti con questo sogno per altre due volte e sempre la luce o non si accendeva o era flebile. Il contenuto di urina era sempre a metà. Alla fine dormo profondamente e mi sveglia ancora un acquazzone pesante. Mi sveglio e accendo il lumicino il quale finalmente illumina la stanza. Del pappagallo nessuna traccia. Ho guardato l'ora ed erano trascorsi solo venti minuti dall'ultima volta che avevo visto l'orologio.
sabato 31 gennaio 2015
Le fabbriche dell'Ylem: anteprima.
Parole di Viddberoms, figlio di Beronussjot, figlio a sua volta di Nussranovitt nei cristalli della drusa denominata La grande opportunità. In questa drusa si parla del destino della mia terra, Dra, dei suoi abitanti e di tutto ciò che avvenne riguardo l'Ylem. Nessuna altra drusa, a quanto ne sappia, contiene queste informazioni. Chi la ritroverà sappia della pericolosità dell'energia illimitata, l'Ylem, che portò vantaggi ma anche segnò la fine del mio mondo. Le parole frammentarie e i miei pensieri scomposti derivano dalla mancanza attuale dell'energia ylemica, mancanza che lentamente sta facendomi morire e che mi priva dell’attenzione necessaria a ricordare ogni evento. Tuttavia ribadisco la sua pericolosità: chi trovasse questa drusa e la decodificasse sappia che l’Ylem è illusione di potenza e il suo presunto potere evolutivo è stabile finché si mantenga costante.
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mercoledì 14 gennaio 2015
Go down, Moses.
Inutile aspettarsi la storia di Mosè da Romeo Castellucci. Piuttosto l'esaltazione del concetto che il personaggio rappresentò e rappresenta tuttora: Mosè come speranza per il futuro, come passaggio dalla vita animale a quella umana, attraverso la macchina che trita le apparenze, forse Dio. Il velo di Maia steso sottilissimo innanzi al palco e sul quale passano versetti biblici alla fine è la tela del primo uomo (anzi della prima donna) che disegna se stessa scoprendo l'arte, vera natura umana disgelata e nuovo inizio. La separazione tra l'essere primitivo non razionale all'essere che chiede aiuto: l'uomo moderno. Fu generato davvero nello spettacolo il bambino Mosè? O era una rappresentazione di una anonima madre costretta a partorire in un fetido bagno e ad abbandonare in un cassonetto il nascituro? Questo è il legame da considerare: la disperazione assoluta, cosmica, dell'abbandono e della perdita vista oggi e nella pre-storia. Poco importa se il titolo richiama un gospel americano ché si rifà al versetto di Esodo 5:1 oppure se era un sogno/intrusione dimensionale di una malata che esegue la TAC. L'importante - come nella scena dell'interrogatorio al commissariato o nella sublime rivisitazione dell'alba dell'uomo - è che la madre stia in silenzio.
venerdì 3 ottobre 2014
Pasolini, il film.
Forse è solo applicando la regola del rasoio di Occam che ci spieghiamo la morte di Pasolini attraverso il film di Ferrara (Abel, non sia mai quell'altro). L'evidenza è sotto gli occhi vigili della macchina da presa che riesce a raffigurare l'Idroscalo come la mia fantasia ha sempre suggerito a me che non sapevo spiegarmi perché fosse morto il più grande poeta della mia epoca. Una banale lite di balordi nei confronti di un uomo che era con un altro uomo. Tutto qui. Pelosi poi avrebbe confermato come era andata, che Pasolini era ancora vivo presumibilmente se non lo avesse investito con l'auto sulla quale stava fuggendo. Noi poi cosa potremmo mai sapere oltre? Un gioiellino i film nel film con Ninetto Davoli che interpreta il personaggio principe dell'ultima opera che avrebbe voluto realizzare, quasi un coronamento della sua carriera averla recitata come forse l'avrebbe fatto se solo avesse potuto farlo. Lui sale le scale per raggiungere un inesistente Paradiso con accanto l'attore che impersona lo stesso Ninetto. Convincente Willem Defoe (in alcuni tratti davvero impressionante la somiglianza anche delle rughe) ma non so ancora se la voce di Gifuni che lo doppia mi abbia infastidito o no. Mi sa che stanotte non dormo.
mercoledì 1 ottobre 2014
Breve ma intensa vita di 'Til Tuesday e della sua cadillac rosa
"Il mio programma di esperimenti in pratica trasforma i debosciati, i cosiddetti invertiti, le frocione insomma, in uomini veri. Maschi dalla pelle perfetta in grado di adempiere alle loro mansioni da maschi, ridonare al mondo finalmente quella virilità di cui ha bisogno, di cui tutti noi abbiamo bisogno, vero Felice?" "Vero, barone" "Non capisco, barone, intendete dire che le vostre macchine trasformano i gay in etero?" "Certo! E, credetemi, prediligo i bei corpi, io. Ma, si sappia, il mio è un intento puramente scientifico..." ed entrammo in un camerone con molte cellette in cui venivano fuori delle voci sommesse "No, barone, la prego, mi lasci così, io amo i maschiii..." "Non voglio tornare a parlare di donne e motoriiii..." "Non voglio odorare di nuovo la bernardaaa..." e così via. Improvvisamente una mano si aggrappò alle vesti del barone "Barone, la prego, lasciatemi così come sono" "Totti? Che mi venga un colpo!" dissi e riconobbi Inzaghi, Batistuta, addirittura Alberto Tomba in un angolo che ciucciava un calzino del compagno. Tutti ridotti in lagrime e in catene "Maledetti frocioni! Lo capite che il mondo non vi vuole così? Vi vuole veri uomini!" Ero senza parole "Che vuol fare barone?" dissi "Felice, prendi questo qui, ci servirà per il nostro primo esperimento! Vedrà conte!" e Metenculo prese di brutto Totti trascinandolo sotto una macchina stranissima "Nooo! Per pietà, nooo!" Dovevo fare qualcosa.[...]
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